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AKIRA regia di Katsuhiro Otomo

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adrmb     8½ / 10  19/04/2018 10:39:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La ridistribuzione al cinema in occasione del trentesimo anniversario ha dato la possibilità di gustarsi Akira con un adattamento fedele a quello giapponese. Inutile dire che ho colto l'occasione al volo.

Akira al cinema significa lasciarsi investire dal grande spettacolo audiovisivo che Otomo è riuscito a imbastire con la grande sboronata tecnica del film. Gli sfondi sono divini, le animazioni straordinariamente fluide per un prodotto giapponese anni '80 e il film riesce a riconfermare tranquillamente tutto quell'alone di "figàta pazzesca" che il film si porta appresso.

La cosa che più mi premeva comunque era il nuovo adattamento; volevo cioè verificare che con dialoghi più fedeli all'originale la vicenda sarebbe stata ben più chiara (non bastava la compressione di un manga lungherrimo, noi italioti demmo la mazzata finale con dialoghi stravolti). Debbo confermare di sì, sarà perché ero pure alla terza visione, ma la vicenda mi è risultata chiarissima. Sicuramente abbiamo dei punti di trama "oscuri" (cito, facendo spoiler, lo scopo del gruppetto sovversivo della ragazza, il rapporto tra la stessa ragazza e la bimba vecchia) o tematiche trattate magari molto alla buona, come la parte burocratica/politica in cui Otomo lancia una non tanto velata critica (ma d'altronde chi si salva nel film?), tutte cose che immagino nel manga trovino più spazio o più respiro. Tutto questo è comunque irrilevante nel senso che le tematiche buttate nel calderone sono presentate in maniera tale da garantire fluidità nella narrazione e sostenere il grandioso spettacolo apocalittico.

Perchè alla fine questo Akira è, un disaster movie di grandissima classe che rifugge dalle velleità più filosofiche (ci si butti su Ghost in the shell e sequel per questo) per concentrarsi più concretamente sulla storia. Indicativo della cosa credo sia il fatto che la questione filosofica/genetica dell'energia di "Akira" e il paragone con le amebe sia trattata in un minuto di film contro due ore di esplosioni, sparatoie, rumori, tutto ovviamente gestito e diretto in maniera molto fìga però, o anche alcuni dialoghi un po' pomposi/sempliciotti di alcuni personaggi.

Diciamo che quindi Akira ha avuto il grandissimo pregio di aver portato nell'animazione il cyberpunk in un periodo in cui ancora dominava comunque il modello disneyano. Un film di rottura, una sboronata tecnica senza precedenti (la sequenza della corsa in moto nella città degradata è una delle sequenze più belle dell'animazione mai viste) che si è meritatamente guadagnato fama e immaginario collettivo. L'impressione che ne ho avuto io è che la percezione che abbiamo avuto in tutti questi anni sin'ora è quella di una trama "volutamente" più criptica e misteriosa di come effettivamente poi sia, e forse questo ha in qualche modo contribuito a incrementarne il fascino.