tylerdurden73 9 / 10 21/05/2010 16:54:50 » Rispondi Dipendenza e relativa perdita di controllo sul reale.Televisione e droghe,voglia di esserci e di apparire,di contare di nuovo qualcosa.Desiderio di grana,tanta,da guadagnare senza spezzarsi la schiena,fottere il mondo e vivere come nababbi felici e ricchi,perché il denaro è l’unico modo per sorridere.Il sogno americano di Darren Aronosfsky è smontato con sadico acume,arriva diretto come un pugno nello stomaco,sconfortante trattato di solitudine e alienazione. Montaggio alternato da urlo per intrecciati incubi metropolitani,quello di una donna la cui apatia viene spezzata da un invito ad uno show televisivo.Intossicata dal tubo catodico avrà effimera occasione di colorare di nuovo la sua grigia vita,esibendo folle pervicacia nel ritrovare un’ autostima perduta. Ellen Burstyn è fenomenale e commovente nel tratteggiare la solitudine di una vedova che ambirebbe ad avere ancora un posticino al di fuori delle opprimenti mura del suo squallido appartamento. Poi aspirazioni tossiche,quelle del figlio dell’attempata signora,della sua fidanzata e del loro amico,desiderosi di svoltare magari aprendo un negozio.Solita storia, la scimmia non ti molla,anche quando tutto pare girare per il verso giusto il perdente è tale perché difficilmente può risalire dalla melma in cui sguazza,la droga vince su tutto,sull’amore e sull’amicizia e addirittura sulla carne,resa marcia ,corrotta dall’autovilipendio del proprio organismo. Eccessivo,barocco,dotato di una colonna sonora fantastica, “Requiem for a dream” è un sunto di disperazione che sconvolge,montato in maniera divina,girato con intelligenza e originalità,ripetitivo in immagini e suoni da incubo ,concentrato di soluzioni derivative che diabolicamente omaggiano autori del calibro di Lynch,Cronenberg e addirittura Svankmajer(in una piccola sequenza). Aronofsky frulla tutto nel suo laboratorio intellettivo estraendo da esso un film angosciante,provvisto di un finale di vertiginoso pessimismo che non lascia tregua. La disintegrazione di ogni speranza, nata nell’isolamento di un sobborgo urbano e cresciuta nell’ambito di una realtà distorta che ha in serbo solo crudeltà per i reietti.
Clint Eastwood 21/05/2010 18:09:16 » Rispondi Stessi voti, commenti diversi. ;-) Complimenti, parole che conosco.
Sul classico vai con Kurosawa non puoi sbagliare... altrimenti di titoli ce ne sono parecchi,Kim Ki Duk,Kitano e Park Can Wook se non li conosci te li consiglio caldamente...oppure titoli come Oasis,Pic Nic,Nobody Knows, Made in Hong Kong e Peppermint Candy...sul leggero My sassy girl...comunque appena ho più tempo ti invio un PM ;)...ciao!
maitton 23/05/2010 19:08:52 » Rispondi complimenti tyler, commento stupendo. catzo...come mi piacerebbe fare un commento cosi´!!! alla prossima
tylerdurden73 23/05/2010 21:29:50 » Rispondi Grazie Mait,ho letto il tuo,esprime comunque perfettamente il tuo pensiero,bravo!