caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

VIVERE - IKIRU regia di Akira Kurosawa

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
ULTRAVIOLENCE78     8½ / 10  25/03/2009 17:11:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Akira Kurosawa mette in scena una parabola esemplare, permeata di lirismo e amarezza, che assurge, da un lato, ad accorato monito sulla caducità e precarietà della vita, troppo breve e importante per essere totalmente dilapidata in vane e vacue attività; e dall’altro ad emblema di una profonda rassegnazione, che però viene espressa con vivida rabbia e con mordace slancio contro un sistema –quello burocratico- che sembra presentarsi come il riflesso della natura umana, bieca e indifferente.
Kanji Watanabe, irreprensibile impiegato comunale, che da oltre trent’anni svolge diligentemente il suo lavoro senza aver fatto un solo giorno di assenza. Proprio l’appressarsi della morte lo desta dal torpore di una vita vissuta, dalla morte della moglie, trascinandosi meccanicamente in una quotidianità sempre uguale a se stessa; la coscienza dell’incombenza della fine gli consente di riflettere sulla sua esistenza, sull’“utilità dis-utile” in cui è giornalmente affaccendato. Comincia così ad assentarsi sul posto di lavoro, cercando dapprima di (ri)trovare le emozioni suscitate dal contatto umano, dalle relazioni con gli altri; e poi, una volta avvedutosi della freddezza altrui –fatti salvi quei fugaci e illusori momenti di empatia vissuti con una giovane ex-collega d’ufficio, impegnandosi strenuamente sul lavoro al fine di ottenere il nullaosta per la costruzione di un parco giochi in un’area paludosa abbandonata.
L’epilogo della vicenda lascia lo spazio a tutta l’amarezza e al senso di rassegnazione per il “deserto umano” che ha circondato il protagonista sia prima che dopo la sua morte (e che emerge in maniera estremamente efficace, in virtù del gioco di flashforward e flashback). Non c’è esempio e sacrificio che tengano: tutti tornano alla miseria e alla meschinità delle occupazioni e dei loro affari, rimovendo completamente l’insegnamento estremo lasciato dallo stesso Watanabe, che cadrà immancabilmente nel vuoto. Questi si è avveduto dell’insensatezza e dell’apatia della propria esistenza, una volta presa coscienza della sua finitezza: la sua battaglia non ha saputo illuminare le persone che gli stavano accanto, forse perché queste, contrariamente a lui, pur sapendo che la vita ha un limite, non ne erano veramente consapevoli.
ULTRAVIOLENCE78  25/03/2009 19:20:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Errata Corrige

Kanji Watanabe E' UN irreprensibile impiegato comunale
Dapprima cercando
delle LORO occupazioni
RimUovendo
La sua battaglia non ha ILLUMINATO