suzuki71 10 / 10 27/10/2010 09:05:35 » Rispondi "Fammi quello che vuoi, Indifferentemente, Tanto lo so che sono Per te non sono più niente; E dammelo questo veleno Non aspettare domani Perchè, indifferentemente, Se tu mi uccidi Io non ti dico niente".
Così canta Misia nell'ultimo pezzo prima dell'epilogo finale. Misia è esattamente Napoli, che rivolge queste parole a chi la ammazza quotidianamente, anche in questi tempi recenti.
Un film sensuale e vivo, senza alcun luogo comune, senza retorica, senza cartoline. Un film che trabocca vita e ritmo, dove le magie musicali senza tempo sono eseguite tra graffiti e immondizia, degrado e purezza assieme.
Il coro delle lavandaie nell'antro della sibilla cumana è pura poesia sognante, Gennaro Cosma Parlato infervora con una versione femminiella di Maruzzella, mentre Peppe Barra fa sua una versione viscerale della tammurriata, contaminata in arabo ed inglese da M’Barka Ben Taleb e Max Casella: assolutamente entusiasmante.
Una città dove tutto è possibile, una città palcoscenico che diventa le persone, i cantanti, la sceneggiata. Un posto unico al mondo. Alla quale anche Giuà (così si firma il regista alla fine) rende il miglior omaggio possibile oggi: parte da quello che è realmente, per mostrare che ogni degrado può racchiudere vita, entusiasmo, fortuna. E speranza.
suzuki71 20/12/2010 14:16:25 » Rispondi Ecco: due parole che con ogni probabilità fotografano esattamente tutto il tuo mondo, non escluso quello interiore probabilmente.