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IL PRIMO INCARICO regia di Giorgia Cecere

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6 / 10  25/07/2011 02:11:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I film italiani andrebbero visti, analizzati, capìti, anche quando - il più delle volte, diciamo - le buone intenzioni si fermano all'aspetto tecnico e formale della pellicola. Diciamo che in questo Sud del dopoguerra io non ho trovato l'efficace contemporaneità di un film sorprendente come "Corpo celeste", girato in Calabria. "Il primo incarico" vanta almeno un paio di lodevoli intenzioni: suggerisce l'importanza di una formazione culturale, e descrive due mondi opposti - quello borghese e quello rurale - dove davvero un certo tipo di mondo/mentalità non cambia. Ma se la regista, ex assistente di Olmi, affonda egregiamente nelle viscere terrene del regista nordico, con la campagna brindisina del tutto peculiare a quella bergamasca de "L'albero degli zoccoli", quell'altro mondo del fidanzato della maestra, tutto thè pasticcini e tailleur, sembra posticcio, manierato, roba da romanzo coloniale con tanto di ombrello parasole.
In questa dimensione si inserisce il personaggio di Nena, magistralmente interpretato (vero) dalla Ragonese, del suo rapporto con la nuova comunità, con i bambini del villaggio, con un prestante ma ottuso contadino dalle scarse virtù intellettuali. La regista si/ci immerge in una carineria che dà il meglio di sè nel minimalismo dei piccoli gesti - v. il bambino introverso che rifiuta di esprimere uno stato d'animo qualsiasi - ma resta come soffocato dalle suggestioni visive - forzatamente pittoriche - della campagna pugliese. Per questo si fatìca ad assecondare le scelte o l'incoerenza della giovane maestrina, comprendere se le sue ambizioni abbiano una certa influenza anche nelle scelte affettive, e per quale strana ragione la sua indipendenza finisca per reclamare l'aspetto più sacrificale e patriarcale della figura femminile, sposa remissiva che aspetta l'uomo che verrà.
Troppo rigore formale e troppa sottrazione per un'opera interessante sulla carta, ma incapace di recidere come avrebbe potuto
max67  25/08/2012 13:01:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
premessa sei bravissimo nei commenti ,quello che mi ha colpito in quello che scrivi e' che anche a me' mi e' venuto in mente l'albero degli zoccoli pero'la distanza fra i due film e' abissale , qui ' la regista non affonda la lama rimane in superficie e quindi il film non decolla e anche a livello poetico non raggiunge mai olmi perche' manca la storia delle famiglie , va' bene si puo' intuire il contesto che spinge la maestrina a fare la scelta del matrimonio ma voleva approfondito meglio per me' il film e' un gol sbagliato a porta vuota , perche' comunque la fotografia la storia e la ragonese sempre per me' molto brava meritavano di meglio , saluti