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HEREAFTER regia di Clint Eastwood

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Cinema is Dead     5½ / 10  06/01/2011 00:14:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
PICCOLO APPUNTO

Protesta per le continue e francamente scandalose pubblicità di marchi e aziende che ormai vengono sparate a ripetizione con le modalità più beceramente gratuite e visibili, ancora più sconce nel momento in cui riempiono un film di Eastwood già finanziato da una major colossale come la WB. Nell'ordine:
Google (4 volte), Virgin Atlantic, Blackberry (4 volte), Emerson, Apple, Youtube


TECNICA

-Regia a là Eastwood, buona qualità e costante attenzione al dettaglio.
-Fotografia ineccepibile e curata.
-Colonna sonora sufficientemente in tema.
-Ambientazioni molto curate.
-Scenografie ricche e calzanti.


CONTENUTI

-Attraverso l'elemento fictional della vicenda l'opera è incentrata interamente sull'aldilà e sulle possibilità umane di concepirlo filosoficamente e di poter comunicare con esso. Questi sono i contenuti e qui iniziano i problemi.
-La realizzazione visiva del mondo dei morti si limita a ricalcare lo stereotipo abusato del mare di luce dove si muovono incerte le figure sfocate dei defunti nel consueto brusio di suoni indistinguibili e ovattati mentre le sedute medianiche di comunicazione con i defunti (dopo un fulmineo contatto di mani con solito effetto scossa) sono prigioniere di uno stile semplicistico da quiz televisivo vero/falso, dove sembra che l'unico fine del regista in tali rappresentazioni sia dimostrare a tutti i costi allo spettatore quanto George (Matt Damon) sia dotato e bravissimo nell'indovinare descrizioni di persone e situazioni passate con profusione di ogni dettaglio materiale.
-Colpisce di contrasto l'assoluta penuria di dialoghi e riflessioni articolate che riflettano l'importanza concettuale di temi cosmici quali appunto la morte e ciò che ad essa seguirà. Sfortunatamente tutto ciò rimane in stand-by sullo sfondo con la mera funzione strumentale di accompagnare la vicenda fictional attraverso appunto un ''setting tematico'' inusuale e affascinante.
-La piattezza e l'incosistenza di una sceneggiatura blanda ed esile può essere riassunta impietosamente dall'unica (e francamente superflua) descrizione dell'aldilà: ''Qui puoi essere tutto, non c'è forza di gravità, è f!go ''
-Le tradizionali concezioni atee e religiose dell'aldilà sono appena abbozzate in particolare tramite il ridicolo e pretestuoso siparietto dei due video di youtube nei quali una sorta di autorità religiosa cristiana e uno pseudo imam snocciolano dieci secondi di slogan precotti.


STORIA E INTRECCIO

-La struttura è classica e caratteristica di un certo cinema moderno: l'intreccio parte con ordine presentando uno ad uno personaggi che non si conoscono e le loro storie in luoghi diversi e si risolve incrociandone i destini e le vicende. A differenza dello specialista Inarritu e dei suoi mirabili intrecci (Amores Perros e Babel) Eastwood non sembra completamente a suo agio:
il filo conduttore tematico e comune è, come abbiamo visto, un'anemica rappresentazione della morte e dell'aldilà, ma il film è strutturalmente troppo semplice ed abbozzato nelle singole trame e troppo forzato e sbrigativo negli incroci tra esse e negli snodi di sceneggiatura. Come se ciò non bastasse tutta la vicenda deraglia clamorosamente nella parte finale a Londra, quando si ha la netta impressione che la costruzione dell'inreccio non sappia più dove andare a parare in funzione di un interaction tra i personaggi sempre più farlocca e di un happy ending tanto fulmineo quanto inspiegabile e contraddittorio. Che l'amore a prima vista abbia rotto l'incantesimo? Suvvia.
-Non convince pienamente la casualità forzosa nell'incrocio delle vicende dei personaggi con lo Tsunami del 2004 e gli attentati nella metro di Londra del 2005. Tali tragedie appaiono infatti svuotate, decontestualizzate e sfruttate in funzione puramente scenografica al fine di colpire lo spettatore con agganci diretti (e gratuiti) alla realtà cronachistica.


PERSONAGGI E SITUAZIONI

-La psicologia e l'interiorità dei personaggi è poco approfondita, mentre nonostante delle buonissime prove attoriali le caratterizzazioni degli stessi per quanto di certo soddisfacenti e funzionali sono buoniste e monolitiche, mai sfumate nemmeno una minima sindacale da una qualche lontana parvenza di ombra o mezzo tono:
George è bello, bravo, modesto, buono, sensibile, comprensivo e maturo.
Marie è bella, ricca, sicura, in carriera, determinata e vincente.
Marcus è bello, povero, dolce, tenero, adorabile, simpatico e testardo.

Il film appare poco riuscito anche nel tratteggio manicheo e completamente privo di sfumature delle situazioni nel contesto dei nodi di sceneggiatura:
-nella vicenda di Marie si passa da una rosea vita di successo fatta ovviamente di carriera, potere, soldi, amore tutti simultaneamente legati e presenti ad una di caduta dove nel giro di una giornata tutto quanto sembra sparire di colpo e senza momenti di transizione (vedi le patetiche scene della rottura con il collega al ristorante o delle visioni durante il programma televisivo) prima della fulminea risalita fatta appunto di nuovi successi, nuove e lussuose suite d'albergo e nuovi amori.
-nella vicenda di George la struttura non cambia: tutto appare tranquillo fino alla delusione amorosa (ridicola e potenzialmente trash la scena in cui la splendida gnocca che lo aveva ovviamente puntato al corso di cucina gli salta dapprima in casa con evidenti intenzioni di predazione sessuale per poi mollarlo in tronco dopo cinque minuti ed eclissarsi nel nulla, e non vi dico per cosa) al telefonatissimo licenziamento e alla definitiva insofferenza verso il suo dono che lo porteranno in seguito a cercare appunto la riscossa, che anche in questo caso avverrà puntualmente e con pieno successo entro pochissimo.


ALTRE CONSIDERAZIONI

-Incomprensibile l'insistenza (o forse comprensibile solo alla luce del marchio Blackberry in bella mostra) sul cartellone pubblicitario con il volto sorridente di Marie vs odiata collega come squallida metafora del suo successo nella vita.
-Scene del corso di cucina (ennesimo stereotipo del panzone italiano tutto simpata, pastasciutta e opera lirica) inutili e assurdamente dilungate con velati ammiccamenti sessuali se vogliamo anche fuori luogo.
-Spettacolarizzazione dello tsunami in evidente computer grafica non certo essenziale o necessaria ai fini del film.
-Discreta colonna sonora di pianoforte con l'unico difetto di apparire puntualmente a sottolineare e suggerire i momenti più commoventi.


CONCLUSIONE
Hereafter punta altissimo ma spara a salve.
Il film non è affatto brutto o fatto male anzi risulta tecnicamente ben realizzato (regia e fotografia molto buone), forte di efficaci prove attoriali e piuttosto riuscito in ambientazioni ed atmosfere. Fallisce clamorosamente nei parametri che più di tutti ne giustificano la realizzazione e l'esistenza e nei quali dunque più di tutti non doveva fallire: profondità nell'analisi dei contenuti, spessore della sceneggiatura, caratterizzazioni e struttura dell'intreccio.
Dunque un lavoro a mio parere potenzialmente buono ma troppo superficiale nell'approfondimento tematico e troppo disunito nella struttura, che complici la lunghezza sopra la media e la lentezza della messa in scena legate ad una narrazione pedante e irrisolta si rivela una visione dall'incedere pesante e farraggioso che lascia un grande senso di incompiutezza.
Flavietta2  21/01/2011 23:19:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cinema...siccome sei alla ricerca di bei film guardati "Kill me please". E' molto particolare e potrebbe non piacere per questo,ma credo che potrebbe interessarti.
Invia una mail all'autore del commento astropippa  06/01/2011 09:59:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
questo commento è chiaramente provocatorio!!! come fai a dare 5 1/2 a un film di eastwood senza aggiungerne la benche minima motivazione???? assurdo.....
(nel caso non fosse chiaro il mio commento è palesemente scherzoso)
KOMMANDOARDITI  06/01/2011 02:58:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dì la verità, sei lo stesso utente col nick THE CINEMA:

http://www.filmscoop.it/film_al_cinema/avatar.asp?Nickname=The%20Cinema#NicknameFind

http://www.filmscoop.it/film_al_cinema/angst.asp?Nickname=The%20Cinema#NicknameFind

Quel passato prossimo protesico ti ha donato una veste più cimiteriale...
...tocchiamo ferro, và!
Flavietta2  06/01/2011 11:16:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lo avevo già scritto nell'altro tuo commento: sono rimasta piacevolmente colpita da questo film, anche se d base m'ispirava pochissimo.

Comnque non ha senso criticare il tuo voto perchè non corrispondente a quello che darei io, hai motivato in modo esauriente quasi maniacale.

A questo punto anche uno zero sarebbe lecito.xD
Chapeau, io non riesco a spiegare tutto così nel dettaglio.
Flavietta2  06/01/2011 11:17:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi scuso per i numerosi errori di battitura, mi capita spesso.
Bathory  06/01/2011 11:52:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
TU STAI MALE
Flavietta2  06/01/2011 12:02:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Perchè se arriva un coomento contrastante tutti contro?
Fosse non motivato capirei,anzi ben venga la critica, ma lui ha motivato.
"Tu stai male" è un po' esagerato. :)
Cinema is Dead  06/01/2011 12:35:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi

Cog#lione c'è che ha dato voti più bassi del mio senza nemmeno argomentarli più di tanto, e tu vieni sprecare il tempo che mi richiede di risponderti?
Ammazzati, no?
Cinema is Dead  06/01/2011 13:18:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
c'è chi ha dato
Flavietta2  06/01/2011 13:49:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Su non litigate...non c'ho voglia di mediare oggi.

KOMMANDOARDITI  06/01/2011 16:26:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Flavietta, non trovi che col suo vecchio nick fosse molto più educato ed assai meno sboccato?
Quando si recita una parte bisogna saperlo fare bene, non si può scrivere in maniera forbita una recensione e poi rispondere in modo volgare ai commenti sottostanti. Almeno che non si sia affetti da un qualche preoccupante sdoppiamento della personalità di tipo schizoide.
Proseguiamo pure.
Flavietta2  06/01/2011 21:13:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Capisco quello che intendi, ma da ambo i lati non mi piace che si prendano ad insulti quando si possono fare critiche serie e civili sul film. Forse pretendo troppo.
Mario Sapia  08/01/2011 17:20:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sarei curioso di conoscere l'età di chi srotola recensioni enciclopediche come la tua. I film si guardano col cuore.
Cinema is Dead  09/01/2011 01:16:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Posso chiederti che nesso esiste tra la mia età e le recensioni che scrivo?
Mario Sapia  09/01/2011 14:11:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Certo: un uomo adulto, a maggior ragione se dotato di giusto retroterra, non pubblicherebbe una simile sciorinata. Hai un buon bagaglio culturale ma ti manca esperienza: dunque probabilmente sei uno studente.
A mio giudizio, "recensioni" come la tua servono molto a chi le scrive e poco a chi le legge.



Cinema is Dead  09/01/2011 18:31:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Onestamente non riesco ad entrare nelle dinamiche logiche delle dissertazioni sociolinguistiche grazie alle quali ti permetti di tirare giudizi dal sapore vagamente lapidario.
L'uomo adulto dotato di giusto retroterra (a parte appioppare degli 1 con una squallida riga di commento) cosa pubblica normalmente?
Secondo te tutti i commenti lunghi ed argomentati (e sono molti) su questo sito sono perpetrati da studentelli un pò nerd desiderosi di ricevere acclamazioni per la loro maestrìa verbale?
Quale sarebbe ''l'esperienza'' di cui abbisognerei? Di lavoro? A letto con le donne? O forse è quella che mi fa sciogliere il cuore alla visione di una furbata commerciale infarcita di triplo strato di glassa come Hatchiko o quella che mi fa esaltare dinnanzi alla retorica populista, al patetismo macchiettistico e al virtuosismo manierista del valido mestierante Tornatore?
Fammi capire.

Mario Sapia  10/01/2011 10:34:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Esperienza di vita. Che ti permetterà di apprezzare film pieni di buoni sentimenti come "Hachiko" e di maestria tecnica come "Baaria". Ed anche di dare 1 a schifezze come "La terza madre", ripudiata perfino dal suo creatore. Adesso hai capito?
Cinema is Dead  10/01/2011 19:15:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scusa, forza e coraggio per cosa? Lo potrei accettare da mio padre mentre sto in corsia infetto di Aids, da te su un forum no.
Di esperienza di vita ne ho già a sufficienza, e del resto non vedo cosa ci azzecchi con l'apprezzamento dei buoni sentimenti di Hatchicko o della maestria tecnica di Baaria. Da amante sincero degli animali, i buoni sentimenti non me li faccio spiegare preconfezionati da Hallstrom e Gere a meno che devolvano tutti i pingui incassi a canili e rifugi per radagi, La tecnica tronfia, manierista, pomposa e fine a se stessa di Tornatore non entra nelle mie corde, preferisco quella più sobria e genuina in Haneke, Kitano, Kieslowski o Tarr.. e allora? Le tue visioni sono manichee ed unilterali dal momento che pretendi con toni sibillini da anacoreta dei miei cog#lioni di giudicare la maturità o l'esperienza di terzi a te sconosciuti semplicemte leggendo un commento in mezzo ad altri, come se del resto il tuo parere fosse richiesto da qualcuno.
Vedi io ho un'altro paramentro per giudicare la maturità degli altri, ovvero i ca##i propri che uno riesce a farsi nella vita.
Dunque se io pecco in via ipotetica o dal tuo punto di vista di eccersivo protagonismo verbale nei miei commenti, tu con i tuoi interventi gratuiti e fuori contesto non ti dimostri certo più saggio o maturo di me.

Ribadisco infine che tutti i voti vanno adeguatamente motivati e supportati da un'argomentazione almeno minima a beneficio dei lettori che consultano l'archivio del sito per infromarsi su un determinato prodotto.
Mario Sapia  10/01/2011 10:37:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dimenticavo: perpetrato è il participio giusto. Bravo, vedi che hai un buon bagaglio? Forza e coraggio..
Flavietta2  10/01/2011 20:25:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh...alla fine non credo che l'assenza di esperienza di vita renda meno maturi. dipende. e' una cosa soggettiva. Io non credo che l'età in queste cose conti, non troppo...altrimenti incorriamo solo negli stereotipi, gli stessi che a volte non sopportiamo nei film che andiamo a commentare.
jack_torrence  13/01/2011 02:01:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
anche se trovo legittimo il rimprovero di chi ha da ridire su una grafomania che serve più a chi scrive che a chi legge, non lo trovo troppo pertinente in questo caso. Trovo tale rimprovero più sensato se rivolto alla vaga saccenza della tua parziale stroncatura, perché in effetti un po' tronfia mi appare: e tuttavia dici molte cose interessanti, e ben argomentate.
Io il film l'ho molto apprezzato e secondo me tu non ne hai "sentito" l'essenza: ma è lecito il tuo punto di vista, molto freddo e clinico, ma non a vanvera. Dici cose che stanno in piedi, anche se utilizzi aggettivi troppo "sensazionalistici" (es: "SQUALLIDA metafora").
Cinema is Dead  13/01/2011 10:37:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Perchè, trovi forse che l'ostinazione ossessiva nell'inquadrare un cartellone (griffato Blackberry) per simboleggiare e riflettere lo status sociale vincente o meno della protagonista non sia di per sè scelta metaforica banale, pedante, semplicistica od evitabile?
Personalmente non ritengo Eastwood un direttore di scena eccezionale: è un buon regista di film semiautoriali sicuramente appetibili ma perennemente affetti da una certa dose di retorica e moralismo, vestiti di nero per sembrare asciutti.
Anche facendo tale considerazione, trovo che questa ed altre banalità non fossero indispensabili.

E probabile che non sia riuscito a far mia l'essenza del film, del resto avendo letto sulla questione sia da un punto di vista teologico (religioni orientali annesse) ed esoterico/occultista e aspettandomi un minimo di prospettiva tematica, è anche possibile che questa ''essenza'' io non l'abbia nemmeno intravista da lontano. E in fondo anche a chi si avvicinasse di fresco alla problematica aldilà questo prodotto non offre molto di più che un insieme di stereotipi ormai largamente diffusi e qui declinati con grazia e sentimento. Insomma, ho l'impressione che più che un fuoco centrale e sviluppato l'aldilà sia stato per Eastwood un semplice pretesto abbozzato per condire in modo originale una vicenda fictional a tratti piacevole e interessante, ma che sia tecnicamente a livello di intrecci (Amores Perros?) sia a livello di sviluppo della trama va a parare da qualche parte in modo molto frettoloso e indeciso.
Qui si tratta come sempre della capacità (?) indubbiamente cinica di esternarsi dal flusso emotivo che un film ti impone (ma non sarei capace di farlo vedendo ad esempio Blade Runner, Il Cacciatore, Hana-bi oppure Idi i smotri) e giudicarlo freddamente per quello che cinematograficamente è, nè più nè meno. Logico è che più argomentazioni vengono in mente, più si scrive.

Del resto ho notato che nel contesto del tuo bel commento al film nemmeno tu ti sei esento da un certo gusto della grafomania, con la differenza che ciò che dal tuo traspare è un rispettabilissimo apprezzamento del film scritto evidentemente con il cuore in mano.
Detto ciò, pur ringraziandoti per i mezzi complimenti, non mi piace molto chi sta nè qui nè là, chi critica su e apprezza di giù, chi dà un colpo al cerchio e uno alla botte: non mi piace Casini e forse non mi piaci neanche tu. Sostieni infatti che il rimprovero della grafomania autocelebrativa (fatto dal gentile Mario Sapia, presumo) non è pertinente in questo caso, però lo trovi generalmente sacrosanto e legittimo e guarda caso lo vieni a dire a me, quasi come a lanciarmi un piccolo avvertimento; dico cose interessanti e ben argomentate ma sono evidentemente anche e tronfio e saccente, forse proprio perchè stronco parzialmente; non parlo a vanvera ma appaio cinico e sensazionalista.
Insomma, a me pare che tramite un procedimento forse nemmeno del tutto onesto mi consideri paternalisticamente come un verboso, retorico e saccente guastatore a cui, poverino, va anche riconosciuto qualche piccolo merito. Se io avessi scritto lo stesso numero di parole, con la stessa frequenza di vocaboli formali e perifrasi articolate MA lo avessi fatto nel contesto di un commento del tutto positivo con un bel 9 di voto, sono quasi aritmeticamente certo che ti saresti calorosamente e pienamente congratulato con me, dovendo scrivere una risposta al mio commento. E in piccola parte lo hai già fatto e questo perchè non sei un provocatore gratuito e qualunquista come Mario ma sei uno che in cuor suo sa bene che nella lunghezza, nell'argomentazione, nella cifra sintattica e nell'esposizione civile delle nostre attuali ''recensioni'' io e te non siamo poi molto diversi. Semplicemente la pensiamo in modo radicalmente opposto, e forse è questo che ha provocato il vago fastidio che traspare da alcune tue frecciatine ben poco argomentate.

Condivido pochi elementi della tua lunga opinione al film (che avrei comunque piacere di commentare e dibattere in modo sistematico se troverò il tempo di farlo) ma non la trovo saccentemente grafomane nè eccessivamente verbosa nè retorica o tronfia: la apprezzo e la rispetto pienamente per tutte le motivazioni sopra trattate. Apprezzo insomma il tuo contributo al livello intellettuale del sito, indipendentemente dalla tua bandiera.



jack_torrence  13/01/2011 14:11:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Guarda, Cinema_is_Dead, il parallelo con Casini è divertente perché è la prima volta che salta fuori, e non mi ci ritrovo dunque è divertente per questo.
Io comunque ho risposto al tuo commento spinto dall'impulso di condividere alcune notazioni di tal Mario Sapia, e quando scrivi "paternalisticamente" cogli in un certo qual modo nel segno. La grafomania ci unisce, è indubbio; ha radici però diverse, credo. Per me è un difetto che non riesco sempre a controllare (men che meno nelle recensioni vere e proprie che faccio con il mio nome). Non te la critico in se stessa, ma trovo che tu abbia delle buone argomentazioni affette tuttavia da un radicalismo in cui io leggo sia la competenza di cui giustamente ti fai forza, sia l'orgoglio che ne deriva, un po' sprezzante (e questo indipendentemente dal film che commenti, se ti è piaciuto o meno), in cui - te lo dico sinceramente - non prendo di mira tanto te, quanto soprattutto il me stesso di qualche anno fa (e non troppo lontano: basta che cerchi il primo commento che feci su questo sito, con un link a una mia stroncatura de "Il cacciatore di aquiloni" di cui non sono del resto affatto pentito!). Il punto è: essere cinici (io ho usato per te l'aggettivo "clinico" che è ben diverso, comunque) preclude la capacità di penetrare i significati di un'opera.
Io, consapevolmente, sto orientando il mio metro di valore in senso sempre più contenutistico. Riservo i 9 o i 10 per i film che hanno, secondo me, anche un grande valore estetico. Non disdegno l'8 (il voto che ho dato a questo film) quando voglio premiare i contenuti.
Un tempo, quando ero più "cattivo", e stimavo per esempio il celebre giudizio di Rivette su "Kapò" di pontecorvo (Rivette giovane disse che pontecorvo si era, con un piano sequenza, reso degno del "più assoluto disprezzo"), avevo vissuto un po' meno e certe cose "della vita" mi toccavano semplicemente di meno.
La capacità di analisi linguistica di un testo, cinematografico in questo caso, può maturare in tempi più veloci della capacità di intendere i contenuti emotivi (oltreché meramente razionali) di un'opera.
Sarà anche che apprezzo particolarmente la sensibilità femminile, però leggi in questo senso gli ironici riferimenti al rico-glionimento e alla senilità del commento di Kater a Hereafter.

Sono persuaso che si può essere le persone più dotte del mondo ma "senza l'amore, a nulla vale" (Paolo, Corinzi I - e con questo fatti cadere le braccia): in questo contesto la mia citazione preferita mi viene in mente perché si può conoscere tutto di teologia e di tutte le religioni del mondo, ma occorre l'empatia umana, la "pietas" (paolina? non solo, quella di Enea pure!), per farsi toccare dai personaggi di Hereafter, abbandonare un approccio critico meramente razionale e formale, e vedere quanto non parli, il film, dell'aldilà, ma di vite dell'aldiqua.
Del resto, ciò che nel film non mi ha convinto è il modo in cui viene trattato tutto il "coté" paranormale. Che però non ritengo minimamente centrale, anche se prevedibilmente tira su di sé tutte le attenzioni degli spettatori. Che, concentrati su di esso, restano poi sbigottiti dalla pochezza del relativo messaggio (in realtà non ve n'è uno preciso), omettendo di concentrarsi sulla grande ricchezza che il film possiede nel raccontare delle vite dei suoi personaggi (cosa su cui si intrattiene per almeno il 90% della sua durata).