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RASHOMON regia di Akira Kurosawa

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Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf     9 / 10  06/09/2010 15:42:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dare meno di 9 a questo film sarebbe indegno a mio avviso della sperimentalità di questo regista e soprattutto delle importantissime tematiche da lui affrontate. Dei film che si trovano in cima alla classifica è - insieme a C'era una volta in America(che ha forse preso spunto in parte) - il migliore(non me ne vogliano i fan del Padrino o di One Flew over...).
Non credo il mio commento possa aggiungere qualcosa di nuovo ai sottostanti commenti dei più navigati utenti o all'ottima recensione.
La tematica di fondo è tanto importante quanto facile da cogliere: il film parla della relatività della verità, dell'impossibilità da parte dell'Uomo di ottenere una conoscenza universale ed oggettiva, rievocando dunque quello che era il messaggio di wellesiana memoria(Quarto Potere, anyone?). Solo che mentre in Citizen Kane era la verità su un singolo individuo ad essere irraggiungibile nella sua universalità ed il puzzle era destinato a restare scomposto, in Rashomon Kurosawa estende il concetto di Welles e lo rende di una portata molto più amplia, estesa fino ad ogni aspetto del conoscibile.
Ma il pessimismo di fondo sorge nel momento in cui ad impedire la conoscenza disinteressata della Verità(Truth for Truth's Sake, protrei dire ribaltando l'affermazione di Welles, a meno di non indentificare l'Arte con la Realtà... ma da Lynchiano non saprei...)sono gli egoismi, le avversioni e gli interessi dei singoli.
Kurosawa ritrae un quadro negativo dell'Uomo, limitato dal suo stesso odio, dal suo stesso orgoglio, ed impossibilitato da se stesso a raggiungere la Verità, che è pur sempre il fine ultimo di ogni nostra esperienza intellettiva.
L'Uomo persegue una Realtà che non potrà mai essere raggiunta proprio a causa dei limiti autoimpostisi.
E così la verità non verrà conosciuta proprio perché ognuno ha interesse a non uscirne sfigurato, a portare avanti la propria verità, quella che è più comoda. Perché noi, esseri limitati, non possiamo giocare con l'Assoluto, non possiamo parlare di Verità assoluta.
E forse ciò che ci resta è la nostra verità.
Il finale ottimista è tanto repentino da risultare per me quasi inaccettabile, quasi come un disperato tentativo di venir fuori dal relativismo gnoseologico(e di quello in generale). Kurosawa tira fuori dal cilindro un finale speranzoso, ottimista, nel bambino è incarnata forse la speranza che è ultima a morire. Morti gli dei, morta la Verità, resta solo la Speranza.
Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  06/09/2010 15:46:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Voto personale: 8