thohà 8½ / 10 29/03/2016 02:42:18 » Rispondi Eccellente. Non mi sarei mai aspettata di vedere un film cosiddetto "lento" che mi potesse piacere. Questi sette monaci benedettini, tra dubbi e riflessioni, non cedono alla prepotenza armata e di paura ce n'è tanta. Chi suggerisce loro di andarsene, chi invece si aggrappa loro con devozione: "Siamo come uccelli su un ramo. Non sappiamo quando sarà il momento di andarcene." "Gli uccelli siamo noi. Se ve ne andate, dove ci poseremo?"
Non manca tra di loro chi dubita o ha attimi di smarrimento e si chiede come fare a vivere nel terrore, nella confusione, nell'incertezza e nel rischio continuo. Ma la Fede... Mi domando dove riescano a trovare tanta fede, immensa. Bellissime le parole degli inni e tra un sorriso con un impensabile bottiglia di vino, scappa una lacrima di tenerezza per la loro coesione, coraggio e nel contempo fragilità del tutto umana. Non retorica: fatti. Bellissima la lettera finale, che non può non commuovere profondamente. "La curiosità di vedere il volto di Dio e vedere i figli dell'Islam come Dio li vede."
"Se mi accadesse un giorno, che potrebbe essere oggi, di essere vittima del terrorismo che sembra voler inglobare tutti gli stranieri che vivono qui, vorrei che la mia Comunità, la mia Chiesa, la mia famiglia, si ricordassero che la mia vita è stata donata a Dio e a questo Paese. Che accettino che il Padrone unico di ogni vita non può essere estraneo a questa partenza brutale. Che sappiano associare questa morte a tante altre morti violente rimaste nell'indifferenza e nell'anonimato. Ho vissuto abbastanza per riconoscere di essere complice del male che, purtroppo, sembra prevalere del mondo e persino di quello che mi colpirà ciecamente. Non posso augurarmi questa morte. Non vedo come potrei essere felice che questo popolo, che amo, possa essere indistintamente accusato del mio omicidio. Conosco il disprezzo col quale si possono accomunare gli abitanti di questo Paese presi globalmente; conosco anche una certa caricatura dell'Islam che incoraggia un certo tipo d'islamismo. Questo Paese e l'Islam per me sono un'altra cosa. Sono un corpo e un'anima. La mia morte, certamente, sembrerà dare ragione a quanti, sbrigativamente, mi hanno trattato da ingenuo o da idealista... ma essi devono sapere che finalmente mi sarò liberato dalla mia curiosità più lancinante; perché potrò, a Dio piacendo, immergere il mio sguardo negli occhi del Padre per contemplare con Lui i suoi figli dell'Islam così come Lui li vede. In questo 'grazie' in cui tutto è detto, ormai, sulla mia vita. In questo includo voi, amici di ieri e di oggi. E anche te, amico dell'ultimo minuto che non sapevi quello che facevi... sì anche per te, voglio che questo 'grazie' e questo 'addio' comprendano anche te e che ci sia permesso di ritrovarci, ladroni felici, in Paradiso. A Dio piacendo, nostro Padre. Padre di entrambi. Amen. Inshallah."