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MAMMUTH regia di Benoît Delépine, Gustave de Kervern

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     4 / 10  03/05/2011 10:23:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E' l'intollerabile narcisismo autoriale di cui è intriso "Mammuth" a rendere ulteriormente indigesta una pellicola che già in partenza avrebbe avuto poco da dire.
Una riflessione sulla vecchiaia che non emoziona e una flebile denuncia sull'irragionevolezza di una burocrazia che consolida il detto che tutto il mondo è paese.
La coppia De Kervern-Delepine sconcerta,tanto caustica e sapientemente ironica con "Louise/Michel",quanto insopportabilmente surreale e scombinata in questo scampolo di vita senescente vissuta on the road da un neo pensionato,il sempre più corpulento e pittoresco Gerard Depardieu,bravissimo a dispetto della sconcertante parrucca.
Ritmo lentissimo,personaggi idioti al limite del nonsense,situazioni caricatissime,tutto per dare rilievo all'incompatibilità del protagonista con il mondo esterno,escluso da una totale dedizione al lavoro indirizzata a tener a bada i ricordi di uno tragico incidente accadutogli in passato.
Azzeccate le apparizioni dense di malinconia aggravate dal senso di colpa, in cui un' insanguinata Isabelle Adjani incarna una coscienza sensualmente macabra dalla quale il protagonista non vuole staccarsi tanta è la paura di rimettersi in gioco.
Però il tema della presa di coscienza tramite un percorso che si snoda parallelamente tra viaggio concreto e riflessione intimista ,oltre ad essere sin troppo abusato ,in questo caso infastidisce in quanto impregnato di assurdità e da un'ironia indecifrabile, combinata ad linguaggio cinematografico spocchioso che non serve a nulla se non a rimarcare un palese autocompiacimento.
Brutto forte ,un clamoroso buco nell'acqua dopo un debutto che lasciava ben sperare.