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IN UN MONDO MIGLIORE regia di Susanne Bier

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  29/12/2010 00:09:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Giusto per averci privato della consueta chiave di lettura religiosa o dell'espressa crisi di coscienza di Anton nel suo esilio professionale in Africa, "In un mondo migliore" merita grande rispetto e tutta la partecipazione emotiva che trasmettono i grandi film. Peccato comunque che un film tanto abrasivo e crudele, nella sua visione sociologica, finisca per arrendersi a un epilogo che contrasta con le aspettative tanto temute - e in fondo anch'esse ampiamente sfruttate - dallo spettatore comune.
La regia della Bier supera ogni perplessità, riuscendo a catturarci anche davanti alla semplice illusione di uno scenario fotografico (guai, perdersi le ultime immagini con i titoli di coda, meritano un applauso convinto), anche se si resta talvolta rintronati davanti al furbo ammiccamento di Christian, sempre più alla ricerca di una figura materna che è persino fastidioso ricordare.
E in certi momenti chiave prevalgono due figure paterne completamente diverse, tanto che è facile seguire con maggior interesse proprio quella più assente/lontana rispetto all'affettività autoterapeutica del padre di Christian.
Svanisce pian piano la rivalsa sulle sopraffazioni, piccole o grandi che siano, compresa una figura amorale che innesca, indirettamente, un meccanismo di vendetta davanti all'esibizione tronfia del "coraggio" - o per meglio dire della prepotenza.
Emblematico in tal senso il personaggio di Anton, davanti all'esibizione dualista della coscienza, ora legittimitato, come un Gino Strada, dal proprio dovere morale, ora portato a proteggere il suo "gregge" fino a lasciarlo attaccare da un branco di lupi affamati di giustizia.
Qualcuno è gentilmente pregato di segnarsi nome e cognome di quest'attore straordinario, Mikael Persbrandt, è di certo una bella ipoteca sul futuro del cinema europeo.
Crediamo di poter attraversare le nostre vite senza che malattie o violenza ci possano annientare, ma la separazione e i torti subiti ci portano a conoscerle. A qualsiasi età e in qualunque continente umano
strange_river  14/02/2011 22:20:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Mikael Persbrandt, è di certo una bella ipoteca sul futuro del cinema europeo. "

Ed è pure un gran bell'uomo, diciamocelo.