Dante12 6½ / 10 15/03/2011 23:54:54 » Rispondi Per 3/4 il film mi č piaciuto, poi ho avuto come l'impressione fossero finite le idee. Il finale mi ha lasciato perplesso...
Nel senso... hanno liquidato il "seme" della discordia e messo la parola The end. Mi aspettavo qualcosa di diverso, non per forza un lieto fine ma qualcosa di pių coinvolgente e articolato si.
Credo che sia una sparizione funzionale al film.nel senso che gli si voleva dare l'importanza che meritava, ovvero quella di una scappatella in un menage consolidato
Sono d'accordo... però da spettatore sono rimasto con l'amaro in bocca. Sembrava che durante la prima parte si volesse far trasparire l'importanza di una figura maschile all'interno del gruppo familiare. Che ci fosse da parte dell'autrice una sottile perfidia nel mettere in ridicolo la figura della mamma/padre a discapito di un riferimento maschile vero e proprio. Quando si è arrivati al punto... non ha affrontato il nocciolo, eliminando il problema alla radice. Da qui nasce la mia delusione per il finale, che mi ha fatto abbassare il voto di almeno un punto. Ripeto... delusione non tanto per non aver dato importanza al padre, ma per non avere dato un senso e una conclusione agli interrogativi che aveva sollevato durante l'intero film.
andreapau 16/03/2011 16:04:24 » Rispondi Personalmente quando i film trattano tematiche così delicate li guardo con un attenzione di tipo documentaristico,quindi non mi permetto di avere delusioni o aspettative nei riguardi della trama. Mi attengo ai fatti raccontati e ne valuto le eventuali incongruenze,ma non mi spingo oltre. E in generale,ho smesso molti anni fa di esprimere desideri affinchè una trama mi faccia contento. Io ho avuo chiarificazioni riguardo tutti gli interrogativi sollevati,anche se ci ho dovuto riflettere un attimo. Credo che l'ingresso in famiglia del padre biologico abbia messo in luce il fatto che "padre" è colui che cura l'albero e non chi pianta il seme. E' vero che Annette Bening viene dipinta come una nevrotica,ma allo stesso tempo ne viene sottolineata la forza leonina quando deve difendere la sua famiglia. Il riferimento maschile,in questo caso,è semplicemente una questione di organo sessuale...che non conferisce,evidentemente,le capacità di essere padre. Perchè Mark Ruffalo,oltre ad essere un guascone bello e simpatico aveva davvero ben poco da dare in termini genitoriali. E' una meteora che se non ne devii la rotta semina morte e distruzione,ma non amore e protezione. In fondo questo film parla della sbandata di una famiglia intera per un simpatico e affascinante maschio,ma alla fine tutti rientrano nei ranghi. Perchè? Semplicemente perchè l'effetto novità,messo al confronto con l'effetto solidità sentimentale,alla fine soccombe. Esattamente come in un matrimonio qualunque. Ecco che gli snodi narrativi sono quindi la risposta agli interrogativi. Annette Bening dice chiaramente a Mark Ruffalo: vuoi una famiglia?Fattela,ma giu' le mani dalla MIA. Julienne Moore si scusa con tutta la famiglia:ho sbagliato,perdonatemi. I figli sembrano poter rinunciare,dopo avere soddisfatto la curiosità,alla presenza del padre. Questo NON significa che il "padre" è un elemento accessorio tout-court,ma che egli NON E' DETERMINANTE se il suo merito è semplicemente quello di essere maschio. Infatti ha avuto la possibilità di conquistare tutti,ma ha fallito,deludendo tutti e tradendo tutti. Quindi,personalmente sono rimasto soddisfatto dalla sceneggiatura (non necessariamente nel senso di condivisione del messaggio) perchè la ritengo esaustiva e agile e non mi ha lasciato dubbi.