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I RAGAZZI STANNO BENE regia di Lisa Cholodenko

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suzuki71     7 / 10  04/04/2011 16:06:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se non fosse per la situazione di partenza, ovvero due mamme, è un film ultraconservatore e borghese: apologia della famiglia come unica forma possibile di felicità e di affermazione. Lo status quo che è anche il cimitero di ogni ribellione e di ogni desiderio di novità che dal 68 in poi hanno attraversato generaizoni di metropolitani, etero o non. La forza del film è qui: la premessa di due mamme non significa proprio nulla, è un dato di partenza scontato, il messaggio è reazionario, ma mi chiedo: se fosse stata la storia di una famiglia uomo-donna-figli, che ne sarebbe stato di queste due ore e mezza? Per questo, la cornice familiare rilancia il messaggio che la famiglia è vincente, a prescindere da chi la compone. Le considerazioni personali a questo punto si sprecano: va benisismo la composizione arcobaleno, ma la famiglia è davvero il tipo sociale vincente? Resta un film da vedere.
arturo  04/04/2011 17:34:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ultraconservatore de che? adesso la famiglia è ultraconservatrice e borghese ipso facto, non si scampa. scusa, tu dove sei cresciuto, in un branco di orche nei mari del sud?
suzuki71  06/04/2011 11:42:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
? Conosco molte famiglie disastrose, tenute insieme solo per rispetto delle convenzioni sociali, forse sarebbe meglio essere più liberi e decidere che se una famiglia è finita si può anche farne a meno ed essere sereni, non credi? E poi, oggi le famiglie sono spessissimo allargate, con figli nati da altri matrimoni, convivenze di persone sole che si vogliono bene.... la tipologia descrita nel film mi è parsa molto "classica", famiglia tipo occidentale sedimentata nei secoli, nessuna intrusione o allargamento, tutto qua. Si può anche esser daccordo, per carità, ma il mio voleva essere un punto di vista, senza pretese di completezza.
arturo  06/04/2011 15:21:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sì, d'accordo la famiglia allargata, la convivenza di persone sole, ma il modello a cui si tende - specie in presenza di figli - è sempre quello. Non ho mai visto nessuno felice di crescere in un contesto diverso da quello di una famiglia. Mi sembra assurdo definire questo modello "borghese" e "conservatore".
andreapau  05/04/2011 10:13:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ultraconservatore mi sembra eccessivo, ma la tua teoria è interessante.
Personalmente propendo per un tipo di lettura inversa al genere "manifesto" :si parte da un dato di fatto per raccontare una storia e non viceversa.
La tua domanda finale pero' io non me la sono proprio fatta.
Credo ognuno di noi debba trovare il "suo" tipo sociale vincente.
suzuki71  06/04/2011 11:45:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma si, una famiglia omosessuale borghese e conservatrice, tutto qua; inoltre, riflettendo, forse non è corretto neanche chiedersi se sia una vittoria o una sconfitta del movimento omosessuale: meglio che ognuno possa scegliere quel che vuole essere.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  06/04/2011 12:39:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi inserisco "a palla" nel dibattito, visto che di quel "movimento omosessuale" faccio parte: forse confondiamo le spinte antifamiliari (o comunque di affrancamento dal modello familiare occidentale) con le aspirazioni reali di molte/i omosessuali. In realtà, molti di noi (e mi ci metto anch'io) aspiriamo anzitutto a un riconoscimento sociale del modello familiare classico che comprenda anche noi. Solo in seconda analisi qualcuno (ma è davvero una minoranza) si chiede o auspica modelli differenti. Anche perché codificare questi modelli diversi significherebbe ingessarli, mentre invece molti di questi sono nati, esistono e resistono proprio in virtù della loro "anarchia" di fondo: in questo modo hanno l'innegabile vantaggio di essere flessibili anche se pagano tale flessibilità con l'invisibilità sociale e con una certa vulnerabilità.
suzuki71  06/04/2011 13:46:22Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sono d'accordo con la tua analisi, in fondo la società non potrebbe nè deve occuparsi di analizzare e preservare\codificare tutte le forme o modelli possibili di unione tra le persone: come mai potrebbe? Ed è vero, la flessibilità paga il prezzo della invisibilità, che rappresenta una debolezza di partenza ma anche una imbattibile scorciatoia di sopravvivenza. Comunque, ribadisco che il riconoscimento della possibilità di costruire famiglia tradizionale per tutti è doveroso, poi ognuno decide di adottarla o meno, come un cappotto del proprio armadio: l'importante è che ci sia. Questo film è decisamente un cappottone, ma uno può scegliere anche un giubbetto di pelle, magari nero e con le borchie.
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  12/04/2011 14:56:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Totalmente d'accordo con te.
andreapau  06/04/2011 12:09:42Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non sottovaluterei l'evidenza dei fatti raccontati.
Voglio dire che questa famiglia omosessuale borghese e conservatrice non rimane in piedi per convenzione, ma perchè l'attacco sferrato dall'intruso era veramente poca cosa.
Quindi torno a ripetere che volerne fare a tutti i costi un film-manifesto di un movimento è operazione sbagliata
suzuki71  06/04/2011 13:48:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Hai scritto:
Quindi torno a ripetere che volerne fare a tutti i costi un film-manifesto di un movimento è operazione sbagliata

Pero' scusami, se così non fosse, che interesse avrebbe questo film? Un tradimento e una coppia che si ricongiunge? E che trama sarebbe se il punto di partenza non fosse così forte? Questo film è in re ipsa un manifesto, a mio parere.
andreapau  06/04/2011 14:36:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per quanto mi riguarda, cio' che è interessante del film è l'originalità del punto di partenza,il "dato di fatto gay "dal quale sviluppare una storia familiare come tante.
Nel mio commento ho azzardato la tesi che fosse un film per "società evolute", che hanno superato gli steccati del giusto/sbagliato, morale/immorale, si puo'/non si puo' etc etc etc.
La peculiarità della storia,ovvero "l'intrusione di un certo tipo di uomo esattamente come quello" rende questo film poco adatto (a mio avviso) ad essere rappresentativo di una realtà complessa.
Questo intruso è talmente balordo da non poter rappresentare "il maschile" che mette in discussione "il matrimonio gay".
La rinuncia a questo intruso non è rinuncia al maschio ma a "quel" maschio.
Non è il trionfo del matrimonio gay.
Ripeto, è una storia talmente speciale da non poter assurgere a manifesto.
Sarebbe come pretendere che eyes wide shut fosse il manifesto del matrimonio eterosessuale.