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INGRANAGGIO MORTALE regia di Franck Khalfoun

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Spotify     6 / 10  24/10/2017 00:16:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
--- COMMENTO SPOILEROSO ---

Ennesimo film americano sui gangster che punta al solo intrattenimento. Ma infatti, io ho sempre pensato che il dilemma dei gangster movie è il seguente: o sono film quasi perfetti, come ad esempio quelli di Scorsese, o "Il Padrino" o ancora "Gli Intoccabili", oppure sono mere operazioni commerciali volte a soddisfare i palati facili, quindi dei prodotti come appunto questo qui. Comunque, senza dilungarsi ulteriormente sull'argomento, passiamo all'analisi di questo film.
In fin dei conti, si lascia vedere, è un'opera che intrattiene al punto giusto e fa passare allo spettatore una serata divertente e a cervello spento.
La storia vede protagonista Joshua, un criminale, braccio destro del boss Vincent. Joshua viene a sapere che uno spacciatore, Frankie Tahoe, vuole uccidere il suo capo. Allora una sera, Joshua, Vincent e Mickey, amico di Joshua, vanno da Frankie. Lo spacciatore viene ucciso brutalmente da Vincent. Il boss e Joshua non sanno però che uccidendo Frankie, hanno pestato i piedi ad uno dei più importanti malavitosi del posto, tale Nino, e così decidono di incontrarsi a casa di questo. Vincent e Nino cercano di giungere ad un accordo, ma alla fine la cosa si risolve in nulla di fatto, anzi, Vincent esplicita tutto il suo disprezzo nei confronti di Nino e se va. A questo arriva la ritorsione del vecchio boss: alcuni scagnozzi giungono in casa di Vincent quando questi è assente e massacrano la moglie. Il criminale quando torna a casa e scopre l'accaduto finisce in preda al dolore ma, dopo poco, comincia subito a meditare vendetta. Così, con l'aiuto di Joshua, vanno a casa di Nino, dove di li a poco, si scatenerà una sanguinosa guerra tra gangster.
Il film presenta dunque un plot molto semplice, immediato e non certo originale. Khalfoun tuttavia, riesce a rendere piacevole questo suo lavoro, basandosi sui classici cliché del genere, e modellandoli quel tanto che basta. Il risultato finale non è strabiliante, però il director ha dimostrato di saper usare tutti gli ingredienti del gangster movie moderno.
C'è tutto quello che di solito si trova in questi film: sangue, uomini incazzati e in*****si, sparatorie pirotecniche, sequenze che mostrano il passato del protagonista e così via.
I personaggi li ho trovati funzionali. Certo, piuttosto stereotipati, però riescono a intrigare quanto basta lo spettatore. Joshua è sicuramente la figura che attira di più, per via soprattutto del profondo legame che ha con Vincent. L'astante resta colpito da come Joshua tenga a proteggere il suo capo, tanto che lo accompagna a casa di Nino, consapevole di rischiare la morte. Vincent è il classico boss cattivo, senza scrupoli. L'ho trovato integrato bene nel contesto della storia. Idem per Nino.
Il ritmo è buono, complice anche una durata esigua. Malgrado ciò, Khalfoun adotta una narrazione molto dinamica ma allo stesso tempo, comprensibile, lineare e con un paio di avvenimenti orchestrati in maniera interessante.
Le scene action sono a dire il vero un po' esagerate. Nonostante questo, sono girate bene e confermano una buona tecnica di Khalfoun. Tutta la sparatoria a casa di Nino ad esempio, non è affatto sbrigativa o confusionaria, si vede invece che il director è uno dalla mano ferma. Però, ripeto, è un tantino assurda come scena. Non manca però la tensione, ben creata dal director.
Altra cosa che non manca è il sangue. Certe scene sono davvero toste, quasi pulp. Ottimi e credibili gli effetti speciali utilizzati.
Il finale, che è anche l'inizio, è curioso ed intelligente, lascia lo spettatore col punto interrogativo. Qui però, abbiamo un clamorso plagio ad un'altra pellicola


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Discreta la fotografia, i colori sono molto scuri ed evocano un'atmosfera piuttosto cupa.
Il cast fa il suo onesto compito con gli attori si integrano bene col film.
Buona prova di Cuba Gooding Jr. Il ruolo dell'attore new yorkese è piuttosto classico, però il buon Cuba, fa un'interpretazione convincente. Buone le espressioni e riuscita l'esplicazione dei dialoghi.
Harvey Keitel è ancora una volta un gangster, un ruolo che nella sua carriera gli ha dato tanto. In questo film, l'attore ripropone il medesimo ruolo con solidità e dimestichezza. Performance soddisfacente e che ricorda i vecchi tempi.
Miguel Ferrer fa il minimo sindacale, alla fine una recitazione senza infamia e senza lode.
La sceneggiatura non è male. L'impianto narrativo è ben strutturato, lineare si, ma non ha grosse falle. La storia è anche abbastanza verosimile, non ci sono chissà quali situazioni incredibili. C'è qualche colpo di scena interessante ed è ben scritturato il rapporto tra Joshua e Vincent. Dialoghi scorrevoli e mai noiosi, uno dei punti di forza dello screenplay. Forse manca un po' di caratterizzazione ai personaggi. Altra cosa che poteva avere un'analisi più accurata è il passato del protagonista che è presente solo in pochissimi e brevi frangenti.

Conclusione: un filmetto senza pretese, si guarda con relativo interesse. Una di quelle pellicole che ti guardi una volta e basta. La sufficienza piena c'è.