La bellezza dell'incessante scorrere del tempo, così beffardo ma traghettatore di saggezza. La bellezza dei pregiudizi, perché è magnifico poi dire che si aveva sbagliato. La bellezza del tradimento, che forse ti aiuta a ritrovare il vero amore. La bellezza delle droghe leggere, che posson far piangere di lacrime sincere un adulto. La bellezza dei matti, perché non hanno bisogno di seguire i nostri tristi schemi quotidiani. La bellezza delle grida, perché sono piene di passione. La bellezza di sbagliare, perché è umano.
Un film catastrofico ma allo stesso tempo felice, riassunto nell'immagine herzoghiana di un somaro nel deserto, animale tanto brutto quanto storicamente importante. E quei richiami, quelle citazioni, quei sussurri cinematografici rendono l'insieme un pizzico più autoriale rispetto al triste panorama della nostra settima arte contemporanea.
Perché c'è ancora qualcuno a cui fare cinema piace sul serio.