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KILL ME PLEASE regia di Olias Barco

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  28/04/2011 15:07:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Potrà non piacere per la scabrosità del soggetto,potrà disgustare i più sensibili dinnanzi la crudezza di certe scene, ma il film vincitore dell'ultimo Festival di Roma ispira intime considerazioni.
"Kill me please" è una grottesca analisi che tratta l'argomento tabù per eccellenza,quello della morte,in questo caso esasperato dal raggiungimento di questa tramite il suicidio.
Olias Barco sdrammatizza con intelligenza la gravosità del tema e pur affrontandolo di petto espone il suo pensiero senza far leva con malizia sul lato più emotivo.Ottima anche l'idea di eludere qualsiasi riferimento religioso,il pensiero laico esclude la sovrapposizione di influenze dogmatiche, lasciando così l'individuo al più totale libero arbitrio.
La clinica dove questi disperati cercano la pace eterna non è certo un mattatoio,il comprensivo Dr. Kruger ha come obiettivo primario quello di dissuadere gli aspiranti omicidi e se non possibile donare loro una morte dignitosa,magari cercando di esaudire anche i più stravaganti desideri.
Non è un film compiacente,è fortemente scorretto e non si concede alcun accomodante moralismo,inizia come un resoconto attendibile delle dinamiche in corso all'interno della clinica per poi erompere in un assurdo e sanguinario pulp.
I personaggi sono molti,forse fin troppo appesantiti da una propensione autodistruttiva e Barco non si modera in alcun modo puntando con impudenza su un'escalation folle che raggiunge l'apogeo durante il finale annichilimento fisico e ideologico.
Il bianco e nero saturo favorisce una percezione ancora più straniante e l'accusa nei confronti di una società ostile verso una scelta certamente oppugnabile ma che merita di essere svincolata da qualsiasi imposizione coercitiva colpisce con energia.Eloquente a tal proposito la brutale reazione dei paesani,immortalati come una minaccia senza volto e simbolo di una morale collettiva,(forse) impossibile da sradicare e feroce nel mettere al bando ciò che anni di precetti formativi hanno portato a percepire come immorale e riprovevole.
Da qualunque parte ci si voglia schierare è evidente la beffa che coinvolge tutti.Seppur i veri sconfitti si trovino agli estremi,divisi in coloro che vorrebbero fare da tramite e quelli che con metodi da inquisizione legittimano la loro avversione nei confronti della libertà individuale.