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KILL ME PLEASE regia di Olias Barco

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  13/08/2011 00:56:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo Fantasy Island necrofilo è talmente impregnato di sperimentazione da rischiare di sovvertire il senso morale della vicenda. Una black comedy (visto il titolo anglosassone mi ci metto anch'io) che profuma di Nouvelle Vague, di letteratura tardo-europea, persino di espressionismo tedesco (Murnau). Alla fine, il nonsense mi fa pensare a una sorta di Anno scorso a Marienbad diretto da Lars Von Trier. L'uso rigoroso del b/n, con i paesaggi lugubri di Bergmaniana memoria, fanno pensare all'ortodossia con cui il regista racconta esuli di questo o quel mondo, sorta di archetipi devianti che talvolta sfiorano il manierismo, se non proprio la macchietta (l'inserviente che piange, il marito cornificato che ha perduto la moglie in una partita a poker).
Ma complessivamente l'artificio funziona alla grande, proprio perchè si allude a una mercificazione della morte, attraverso la quale gli uomini possono anche peggiorarsi, deteriorarsi, o stringersi a sè nel bisogno ulteriore di "farla finìta" in modo equilibrato e meno brutale.
Mi rendo conto che tutto questo è agghiacciante, ma nell'abisso dell'anima trovano spazio i desideri sessuali inappagati, le nostalgie di antichi amori, la macchina inesorabile della degenza e della malattia.
C'è quasi una perdìta temporale attraverso la quale ogni minimo evento esterno (un milione di suicidi ogni anno nel mondo?!) collima con la disperazione di un'esistenza terminale, senza alcun limite di crudeltà