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CANE DI PAGLIA regia di Sam Peckinpah

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Marco Iafrate     8 / 10  22/02/2009 18:17:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Fino a che punto l'uomo può sopportare un supruso? il punto di rottura è lo stesso per tutti? se una violenza ( di qualsiasi genere ) la subisce un uomo tranquillo, timido, fondamentalmente buono, la sua reazione, la rabbia che ne deriva, è maggiore o minore da quella che scaturisce da un uomo già di per se violento?.
Il film ci mostra come un uomo apparentemente innocuo può dare vita ad una violenza devastante liberando i propri istinti omicidi compressi da una parvenza di normalità.
David non è un uomo da prendere come esempio, vive inglobato nel proprio corpo, inibisce i desideri della moglie Amy, rifugge dalle responsabilità del rapporto di coppia chiudendosi nel proprio lavoro, non riesce a socializzare con gli abitanti del luogo dove lui e la moglie si sono trasferiti, David è un uomo represso che, ad un certo punto, deriso ed umiliato, sfruttando le proprie capacità intellettuali, le mette in pratica per far esplodere tutta la sua aggressività usando la logica dello sterminio.
Amy subisce una violenza fisica da due energumeni del villaggio, ma ancora più brutale sembra essere la violenza subita dal marito, indiretta ma terribile in quanto subdola, psicologicamente devastante.
Aspramente criticato, considerato un elogio della violenza e della legge del più forte, "Cane di paglia" è il primo film di Peckinpah a non appartenere al genere western dopo il modesto "La ballata di cable Hogue" e del famoso "Il mucchio selvaggio" e che ha consacrato il regista come attento osservatore di tutte le forme che assume la violenza: psicologica, sessuale, fisica.