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127 ORE regia di Danny Boyle

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-Uskebasi-     7 / 10  22/06/2011 17:15:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
COMMENTO UN PO' SPOILEROSO

Non è mai facile fare un film su una storia potente ed incredibile come questa, ma allo stesso tempo così statica. Ne risente anche il buon "Danny Boy", che esce comunque a testa alta anche da qui, facendo però più di un passo idietro rispetto agli ultimi lavori. Abusa troppo di schermi divisi, soprattutto nella prima parte, e questa volta non sfrutta alla perfezione la colonna sonora, suo ricorrente punto di forza. Nell'ottimo finale, da ergastolo il primo utilizzo di Festival interrotto dalle parole di Aron, poi riavvolgendo la musica si riprende lasciandogli fare il suo corso, ed è un piaciere per occhi, orecchie e cuore. Il più grande merito di Boyle è l'essere riuscito a trasmettere discretamente l'angoscia in alcune scene, su tutte quella dell'amputazione, e confesso che dall'inizio del calvario delle 127 ore, mi sono scolato un litro e mezzo di acqua....aaahh...

Voto ad Aron Ralston: 10
Voto al film: 7 / 7.5

A chi è piaciuto, consiglio il film-documentario La morte sospesa, secondo me superiore.
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  28/06/2011 19:01:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Già dimenticavo, ma lo sai che tutti quelli che conosco e che hanno visto questo film hanno provato la tua stessa sensazione di sete? No ,con me non ha attaccato... le mie esigenze idriche sono un tantino disumane. 3-4 litri in invero e 6-7 in estate direi che con queste cifre è particolarmente dura aver sete!
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  25/06/2011 10:49:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Uske. Mi deluse un pò questo film ,proprio perchè come hai detto tu è un passo indietro rispetto ai lavori di Boyle, anche se dal punto di vista della regia ci sono virtuosismi qua e la che nè confermano il valore. Prendo per esempio la scena della formica che lentamente attraversa il coltellino caduto al povero Aron. Regala una sensazione di impotenza che fa riflettere e non poco. Detto questo, io credo che Boyle raccontando il dramma di una storia realmente accaduta ,volesse dirci qualcosa di più profondo rispetto ad un buco scavato dal vento e dal tempo in un canyon, così faccio il copia-incolla di una mia risposta fatta ad un commento su questo blog;- Ti dico subito che a me piace Boyle, mi piace il modo in cui la sua telecamera racconta una storia. Ho amato e amo The millionaire, e questa pellicole nasce da un desiderio, in questo caso a dire il vero molto forzato, di dare continuità alla teoria del destino che piace tanto a questo regista. Aron infatti durante la sua agonia, elabora la natura e l'origine della roccia che lo tiene intrappolato e che non gli permette di andare avanti. In quel preciso momento quella roccia, non è più solo una semplice roccia, è un punto predeterminato sul percorso nel vissuto di un'essere umano. Secondo Boyle tutto, in quest'universo ,si muove seguendo un piano ben preciso. E' inevitabile che nella nostra vita accadano cose belle o brutte, quando nasciamo siamo attratti verso quello che sarà il nostro percorso e tutto ciò che ne consegue.Quello che invece non è altrettanto certo è se o meno avremo la forza di porci dinnanzi a tali situazioni, se avremo insomma la voglia di andare avanti, sapendo sin dal principio che ogni nostra decisione avrà un prezzo da pagare. Aron ha fatto la sua scelta...e nè ha pagato il prezzo.- Se ci pensiamo bene,almeno una volta nella nostra esistenza, tutti noi abbiamo dovuto lottare per divincolarci da una "roccia" che forse ci aveva pazientemente aspettati per tutta la sua vita...
-Uskebasi-  25/06/2011 14:48:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Pier tu vai sempre aldilà delle immagini. Riesci a cogliere messaggi e metafore nei film, più di quante margherite la mia bisnonna coglieva nei giardini.
La parte in cui diceva che quella roccia era lì ad aspettarlo da secoli era nettamente la cosa che mi era piaciuta più del film, ma vuoi perchè non mi appunto le cose, o a volte scrivo il commento dopo giorni e giorni, me la sono completamente dimenticata. Ma a questo punto viene da farsi una domanda. Se è già tutto scritto in un piano preciso, non sono di conseguenza anche le nostre scelte già decise, e quindi viene meno l'importanza della nostra forza e voglia di andare avanti in tali situazioni?
O forse intendi che è deciso il solo fatto che prima o, poi per tutti noi, ci sarà una "roccia" ad aspettarci, e da lì sarà testato il nostro essere, ma la scelta è un autentico mistero?

Quando parlavo di passi indietro consideravo appunto il bellissimo The millionaire, sottovalutato da alcuni, e Sunshine, sottovalutato da molti tra i quali c'ero anche io la prima volta che l'ho visto. Non ricordo se ti piace particolarmente la fantascienza, ma credo che lì ci sia materiale per le tue doti. Rimediatelo se puoi.
Poi potrà farti pure schifo, o forse te lo ha già fatto (schifo) se l'hai già visto. "ma che frase è..."
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  28/06/2011 18:25:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao Uske, perdona la mia risposta tardiva. Non è una cosa che io faccio volontariamente, ma durante la visione di un film mi capita spesso di vedere cose che sono più simboliche che visive. E' come se le immagini in reltà fossero l'abito dietro il quale si cela molto altro. No, non preoccuparti non sono pazzo, ma a volte è molto complesso riuscire a spiegare una particolarità della propria natura. C'è anche da dire che se io fossi uno sceneggiatore è in base a questo concetto di criptici messaggi che io scriverei un film. Vorrei consegnare qualcosa di profondamente mio solo a coloro che hanno il desiderio di percepirne l'essenza, e per tutti gli altri...bè ci sono pur sempre le immagini. Voglio illudermi insomma che dietro ad una storia ci sia uno spunto, una riflessione che possa innescare nello spettatore una più amplia analisi rispetto a quello che è il mero intrattenimento racchiuso nelle immagini.Riguardo alla tua domanda direi che per Boyle, almeno vedendo i suoi lavori, tutto è delineato da un piano ben preciso. E' il fato a guidare le nostre esistenze. La "Roccia" che presto o tardi incontreremo lungo il nostro vissuto ci permetterà di avere libero arbitrio circa l'eventualità di superane o meno gli effetti che essa inesorabilmente ha creato abbattendosi su di noi. La nostra semi-libertà è dettata dalla possibilità di poter scegliere, sempre che in noi alberghi questo desiderio di scelta. Hai citato per l'appunto Sunshine, film molto bello rovinato ,dal punto di vista puramente estetico, da un finale eccessivamente celebrativo di '2001 odissea nello spazio'. Non sono un grande amante degli emulatori e il contesto psicadelico scaturito dal finale di sunshine mi ha fatto cadere le braccia non poco, pur non avendo intaccato minimamente quello che era il messaggio insito nella pellicola. Sunshine a mio avviso potrebbe essere un '127 ore' dello spazio. Lo schema è pressoché identico ma rapportato ad un contesto decisamente più "universale". In un mondo destinato all'oscurità, il tentativo di alcuni uomini di cambiare il proprio destino lì condurrà a scoprire che altri, da tempo, hanno imparato a convivere e a difendere follemente la parola di un ipotetico Dio che ha scelto, come piano, di ridurli ad una vita fatta di tenebra e senza perciò alcuna speranza. Noi esseri umani siamo per nostra stessa natura predisposti ad accettare passivamente il buio della notte, accecati dal nostro bigottismo, schiavi di credenze che ci vogliono vittime consapevoli di un fato avverso. Nonostante le innumerevoli "rocce" che l'equipaggio dovrà affrontare riuscirà ,complice il sacrificio in nome della salvezza della specie, contro ogni previsione a tener vivo e luminoso quello splendido astro che ogni giorno illumina le nostre esistenze su questa terra. Il destino avverso e apparentemente irreparabile, la possibilità di scegliere, il sacrificio e la libertà. E' il destino a guidarci, ma noi possiamo, con impegno e sacrificio deviarne la rotta. Spero di non averti annoiato troppo, ti mando un caloroso saluto e a presto.
-Uskebasi-  30/06/2011 01:40:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"...ma credo che lì ci sia materiale per le tue doti." Come volevasi dimostrare. Questo tuo modo di vedere i film lo avevo intuito da subito, e ti ammiro molto dato che lo considero un grande pregio, così grande da ritenere (come ti avevo già detto) che a volte tu vada addirittura oltre le intenzioni del regista. Sul finale di Sunshine, mi vergogno a dirlo, ma non ho ancora visto 2001, nonostante ce l'ho esattamente originale sopra la play station da dove ti sto scrivendo e da dove non scriverò più per quanto è massacrante [e tu qui dirai, ma che l'hai scritta a fare quest'ultima frase allora (e anche questa di conseguenza), la risposta è: non lo so!]. Cmq, dicevo, ce l'ho ad un metro ma sto aspettando che arrivi la serata giusta. Conosco anche il tuo pensiero sull'emulazione, quindi ti posso capire. Oggi mi sono visto incredibilmente 2 film. L'ultimo dei templari e Black Death, tutti e 2 su cristianesimo-streghe-peste e compagnia bella, e mi hanno fatto ripensare ad un altro film che tu devi assolutissimamente vedere perché è il tuo pane. Si chiama Valhalla rising. E' simbolismo puro, fin troppo anzi, così che io ho voluto punirlo perché ritengo che il regista un minimo di concretezza la debba avere. Altrimenti se dobbiamo pensare a tutto noi, tanto vale dirci semplicemente l'argomento trattato e noi ragioniamo su questo senza vedere il film. Se puoi rimediatelo, credo ti possa piacere. Un saluto anche a te.
Invia una mail all'autore del commento PIERLUIGI T.  01/07/2011 19:45:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Nooooo valhalla rising no. È un incubo! Potrà sembrarti superficiale ma questo film sono riuscito a promuoverlo pompandolo più di quanto ha fatto la casa di distribuzione con quell'improbabile, visto poi il contenuto, cover alla 300. Ovviamente la divulgazione è stata caratterizzata dalla premessa che Valhalla rising è uno dei film più noiosi mai realizzati, motivo che ha spinto molti masochisti a confrontarsi con la realtà della mia affermazione. E alla fine della fiera erano tutti concordi circa lo sconforto creatogli da questa p(a)ellicola! Nonostante i miei avvertimenti è solo grazie ad una mia ironica trasposizione della sceneggiatura che sono riuscito a sopravvivere ai forconi della plebe. Di fatto il personaggio di one eye può tranquillamente risultare una figura ilare per svariati motivi; in primis l'abbigliamento, visto che non è del tutto attinente al periodo di riferimento, tanto che nel mondo della monda potrebbe essere considerato come un precursone del look da ' la febbre del sabato sera'. Gilet in gotic-style che esalta un pantalone, a dire il vero anche troppo invecchiato e non a causa dei lavaggi, aderente su una coscia un poco efebica e per niente muscolata. La scarpa non è facilmente visibile ,ma sarei pronto a giurare si tratti di un mitico camperos in stile texas rangers. Capello e barba ,falsamente trasandati, trasudano un sex-appeal innato, regalando a sua volta l'illusione di un uomo che né ha viste di tutti i colori(pessima battuta visto il suo handicap). Sul piano della personalità spiccano i suoi modi docili e pacati, tanto dimessi da infondere un profondo senso di sicurezza e fiducia. Insomma se avete un segreto da confidare one eye non lo dirà mai a nessuno. Chiaramente ho scherzato, ma su un 'film' del genere c'è poco altro da fare...se non prenderlo con filosofia. È 1h28' buttata alle ortiche e l'unica cosa che avrebbe potuto salvarsi, la fotografia, è in realtà una banale illusione ottica poiché le scene sono così statiche che il tutto sembra scorrere come in una serie di diapositive anche molto distanziate tra di loro. In altre parole sembra più un servizio fotografico a scopo ambientalistico che un 35mm. Il messaggio che disperatamente cerca di far breccia tra un'accozzaglia di dialoghi scialbi e inconcludenti poi, è quanto di più impossibile da decifrare ci possa essere forse anche per il regista stesso. Cercando di ritornare serio, potrei concludere sostenendo che probabilmente il regista, creando un film ambientato in un periodo storico che fa da spartiacque tra paganesimo e cristianesimo, volesse affermare che nonostante il paganesimo fosse un periodo buio fatto di uomini crudeli,senza scrupoli ed esasperati dal gusto della guerra, anche il cristianesimo non ha migliorato le cose. Perché non si tratta di essere pagani o cristiani, purtroppo si tratta di esseri umani. Forse non è la volontà di un ipotetico Dio o di mitologiche divinità a volere la guerra, che si chiami santa o meno. Non è lo spirito divino che guida gli uomini verso questi conflitti, ma è l'uomo nella sua cecità(la traversata nella nebbia) che continuerà, ovunque esso si trovi, a combattersi e ad uccidersi l' uno con l'altro. Ci sarà sempre un Dio(le croci simboliche che appaiono create da riflessi e ombre) a sussurrare agli uomini convincendoli a combattere, il difficile sarà scoraggiare la loro ottusità che quella non è la parola di una divinità o di un dio, ma le loro stesse origini, la loro natura. One eye muore, ucciso da quelle che sono le sue origini:gli uomini, non per un sacrificio divino. La speranza, come spesso avviene, è riposta nel finale. Un finale dove l'innocenza di un bambino verrà risparmiata affinché sia artefice di un cambiamento nelle coscienze di ogni uomo e di ogni generazione che si avvicenderà nel corso delle varie epoche.

ps ho un pò divagato, tra l'altro questa non era neppure la sezione giusta. Volevo concludere, visto che avevi parlato de "la morte sospesa" consigliandoti quello che è il miglior film, secondo me, sul genere. "North face", giuro mi sono venuti i brividi vedendo questo film, complice sicuramente anche il fatto che un pò di tempo fa ho perduto un mio caro amico proprio mentre era in arrampicata. Alla prossima!
-Uskebasi-  02/07/2011 00:15:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
azz...mi dispiace molto per il tuo amico, non so che dire. Per sdrammatizzare dico che mi dispiace anche che hai visto Valhalla Rising, ma sono contento che non ti sia piaciuto, e per fortuna aggiungerei, altrimenti quanto avresti scritto...scherzo. Questa cosa dei vestiti di One eye non ci ho fatto proprio caso. Grazie per il consiglio di North Face, metterò subito al lavoro il mio scaricatore umano. A presto.