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127 ORE regia di Danny Boyle

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DogDayAfternoon     7½ / 10  25/06/2013 22:26:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sabato 26 Aprile 2003, una bellissima giornata primaverile, l'ideale per un'escursione nei desolati canyon dello Utah. Una borraccia d'acqua, un paio di sandwich, il walkman, l'immancabile videocamera, una torcia, un coltellino, una corda: lo zaino è fatto. Aron Ralston ha già pianificato tutto, il posto dove lasciare la macchina, l'itinerario da seguire, la meta finale: il Blu John Canyon, gole strettissime nel deserto di terra rossa, uno spettacolo della natura. Da solo, come sempre. Senza dirlo a nessuno, come sempre.

La vera storia di Aron Ralston è qualcosa di allucinante: fino a che punto l'uomo è in grado di sfidare la natura? Una sfida non solo contro la natura, ma anche contro sé stesso e il proprio corpo, le proprie debolezze, i ricordi. Con una storia così tra le mani, affidata ad uno dei registi più controversi, il risultato poteva essere forse ancora più grande. Quello che mi ha lasciato piuttosto perplesso sono le consuete scene à la Boyle (tipo il quiz televisivo) che se in altre pellicole come Trainspotting potevano aiutare a sdrammatizzare la vicenda, qui finiscono quasi sull'orlo dell'irritazione, se non altro per rispetto del vero Aron Ralston. Ma se escludiamo tali scene (che alla fine saranno un paio in tutto il film, non di più) il prodotto è davvero ben fatto, descrive molto realisticamente le sofferenze e le privazioni del povero ragazzo e coinvolge pienamente anche emotivamente lo spettatore. Nella parte finale, stupenda associazione di immagini e musiche con Festival dei Sigur Ros e The Funeral dei Compliments, in particolare quando ascolto la prima ora non riesco più a non associarci le immagini del film. Vale la pena di vederlo, se non altro per conoscere l'incredibile storia di Aron Ralston.