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THERESE regia di Alain Cavalier

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Niko.g     5½ / 10  22/08/2012 22:56:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Teresa è in ginocchio che prega, mentre un pluriomicida sta per subire la pena capitale. Non si pente e gira la testa alla vista del crocifisso. Alcuni secondi prima di morire, lo bacerà.

Lo stile asciutto e povero, privo di scenografia, è l'approccio usato dal regista per introdurci nella breve ma intensa vita di Thérèse Françoise Marie Martin, nota come Santa Teresa di Lisieux.
Sembrerebbe la scelta stilistica più adeguata, per raccontare il vissuto di una santa che impresse di eroismo gli atti più banali e ordinari della quotidianità (la "piccola via"). Ne fece una straordinaria rielaborazione, lasciando nei suoi scritti un insegnamento di una profondità e saggezza fuori dal comune. Dottore della Chiesa, senza paroloni di teologia.
Come spesso accade per i virtuosi di ogni epoca, S. Teresa ha affascinato tutti, credenti e non credenti. Il suo slancio di fede, infatti, è di quelli totalizzanti, che rasentano la follia, anche se in realtà "il cuore ha ragioni che la ragione non conosce" (per dirla con B. Pascal) o forse è l'amore stesso ad essere l'intelligenza suprema (per dirla con S. Teresa).
Stile asciutto e povero, come dicevo. Niente da obiettare su questo, anzi risulta conforme e funzionale all'austerità del Carmelo. Se non fosse però che questa povertà o riduzionismo estetico, si traduce poi anche sul piano contenutistico. Figlio della Nouvelle Vague, Cavalier imbriglia i personaggi in un rarefatto sviluppo narrativo d'ispirazione agnostica, relegando la spiritualità ad un semplice esercizio di forma e di messa in scena. Ne esce un quadro buio e spoglio anche sul piano sostanziale e una protagonista che è solo l'ombra di quella che ci appare nell'autobiografia "Storia di un'anima".
Non so cosa ne sarebbe stato del film, senza l'espressività di Catherine Mouchet (l'aspetto migliore della pellicola), sorprendente per il fervore spirituale che riesce a trasferire dal volto, perfettamente in sintonia col misticismo dinamico della giovane carmelitana.
"La mia vita è un baleno, un'ora che passa", diceva Teresa. Niente di nuovo, dunque. Diceva quel che teoricamente tutti sappiamo, senza che ci decidiamo a trarne le giuste conseguenze, mentre lei fu ben risoluta a non perdere di vista il fine, ad entrare in intimità con quel Dìo incarnatosi per amore e rivolgendosi a lui con illimitata confidenza, offrendogli la sua "piccola via". Rivoluzionò il modo di pregare, scatenò un "uragano di gloria".
Peccato che nel film, di tutto questo, si abbiano solo pallidi riflessi.


http://www.youtube.com/watch?v=0Cs311Fmgdo&feature=related