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IL MARATONETA regia di John Schlesinger

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JOKER1926     6½ / 10  25/10/2011 04:03:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il fatto che "Il maratoneta" sia stato realizzato a distanza temporale pressoché ridottissima da "I tre giorni del Condor" la dice lunga, molto lunga.
Siamo in un periodo, cinematograficamente parlando, in cui le varie regie, nel 1976 è la volta di John Schlesinger, regista anche de "Un uomo da marciapiede", cercano di aprire scenari demagogici in cui si instaura un palco di critiche e di denuncie verso i servizi americani, sempre corrotti e scorretti. Dulcis in fundo , su larga scala, gli attacchi al Nazismo e ai propri membri nel nome di un odio stereotipato. Insomma, per non tirarla per le lunghe, questo in America, quello degli anni settanta, è il momento cruciale per confezionare thriller intrisi in un qualcosa di poco semplice e sempre "illecito" in cui il potere sale, negativamente, in cattedra.
Non è un caso che ne "Il maratoneta" assorbono importanza, o perlomeno risonanza, tematiche come la "tirannia" che persuade gli Stati Uniti di America e quella del "Maccartismo", buttate lì nel film per cercare di almanaccare un clima poco disteso e troppo agitato.

C'è poco da fare "Il maratoneta" è politica, demagogia, il contenuto calca troppo contesti e dinamiche "enfatizzate" cercando di mandare all'inferno sistemi polizieschi presenti, passati e futuri.
Se spostiamo il discorso al fatto tecnico c'è da dire che il "Maratoneta" assume imponenza attraverso attori di una formidabile compattezza, di impatto la carismatica prova del celebre Hoffman.
La fotografia, la scenografia militano a livelli non ordinari, in senso spiccatamente sublime.

"Il maratoneta" poggia le sue basi su un grande lavoro di colori intensi abbracciati da una fotografia spettacolare che ingrandisce a dovere le situazioni lanciando lo spettatore in uno splendido alone di mistero e di "sporcizia". Il ritmo è sempre costante, noia scongiurata.
L'unico "problema" che avvolge il prodotto cinematografico del 1976 è la sua manovra a mani basse in argomenti politicamente prestabiliti e standardizzati. Cercando poi di analizzare la sceneggiatura, la storia in ambito maggiormente "tecnico" e meno personale possiamo affermare che quella del "Maratoneta" è una narrazione abbastanza ermetica nella prima parte che cerca di aprirsi nel finale proponendo qualche leggera forzatura fino ad un finale teso ma poco incisivo.