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NON LASCIARMI regia di Mark Romanek

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WongKarWai     9 / 10  28/03/2011 13:08:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un film che mi ha toccato profondamente. Sia per i temi trattati, che sento molto vicini, sia per la regia delicata, essenziale, poetica, sia per la fotografia sublime. Quello che ci viene mostrato è un mondo distopico (ambientato nel passato, cosa senz'altro inusuale) ma la parte fantascientifica del film è solo uno strumento, un contorno per parlare di temi più alti. Dal tema della sperimentazione scientifica e dei limiti che dobbiamo darle (cosa sarebbe successo dopo i successi medici se non avessimo arginato il progresso con l'etica?), al tema della vacuità e brevità della vita, sublimata solo dall'amore, dall'arte, dalla natura. La visione è sicuramente pessimistica: siamo tutti già predestinati alla morte che non possiamo che accettare come un qualcosa di ineluttabile (ecco perchè i ragazzi non cercano di ribellarsi e di scappare); ma esiste anche un destino positivo: la persona da amare, la persona della tua vita, l'amore che, così come la creatività, non può essere fermato in alcun modo. Concordo con chi ha detto che sembra un film di malick, con la narrazione fuori campo e i momenti riflessivo-poetici.
jack_torrence  28/03/2011 22:16:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi fa piacere che tu condivida con me l'associazione a Malick!
In particolare la fotografia, l'uso fortemente connotativo dei paesaggi naturali, ma soprattutto della luce rimanda a Malick. A me è rimasta impressa l'inquadratura conclusiva su due brandelli di tela chiara attaccati a del filo spinato, e mossi dal vento, nella calda luce del tramonto.
E' quasi una citazione dei flashback-ricordo che ha un personaggio della "Sottile linea rossa", che ricorda la moglie con una finestra aperta, il vento che muove la tenda e la luce calda del tramonto.

Sempre con riferimento a Malick, c'è qualcosa di "I giorni del cielo" in questo film sull'ineluttabilità e sulla vita che si dimena schiacciata dal destino.

Forse i nostri 9 sono un pelo troppo alti come voto, non saprei. Per un voto obiettivo occorrerebbe la seconda visione a distanza di qualche mese, in home video.

Un film stupendo, comunque.
WongKarWai  29/03/2011 11:10:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si anche io sono stato colpito da quell'ultima immagine che poi basta quasi da sola a far capire il senso del film e mi è tornato subito in mente malick (tra l'altro uno dei miei registi preferiti). La natura, la luce soffusa del tramonto, la voce fuori campo, il tema del destino... Sul voto l'ho dato volutamente così alto per alzare un po' la media perchè ritengo questo film veramente profondo e toccante, oltre che stilisticamente eccellente, mentre ho visto che molti si erano soffermati sull'apetto fantascientifico che invece mi sembra molto marginale. Un saluto!
jack_torrence  30/03/2011 15:28:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cosa assolutamente marginale, l'aspetto fantascientifico, vero! Del resto, la "fantascienza" in senso tradizionale (altri mondi, futuro e tecnologie immaginarie) è da tempo in evidente crisi.
Non è un male.
La fantascienza in quel senso lì è solo una fase di un macro-genere fantastico ben più immortale: l'allegoria fantastica.
Quello che tu nel tuo commento dici essere inusuale, ossia l'ambientazione nel passato anziché nel futuro, è un segno di ciò: non è però, consentimi solo questa personale annotazione, così iinusuale.
Ormai sono parecchie (almeno dalla graphic novel "Watchmen") le u-cronie, esaltate da Tarantino con "Bastardi senza gloria": ossia le riscritture del passato.
Io credo che ci si sia accorti che siccome il futuro poi diventa passato (1984; 2001; 1992 di Blade Runner; 1997 di Fuga da New York...), questa consapevolezza, unita al fatto che il futuro che si vuole immaginare altro non è che una visione allegorica del presente, abbia portato ad ambientare direttamente nel passato prossimo la visione distopica del nostro mondo che si immagina e si vuole trasmettere.