paride_86 7½ / 10 11/02/2009 18:27:34 » Rispondi Barton Fink è uno svagato e supponente scrittore di commedie che, una colta conosciuto il successo in teatro approda ad Hollywood. Ambientato negli anni '40, a ridosso della seconda guerra mondiale, "Burton Fink" conserva le atmosfere e i colori del precedente "Crocevia della Morte", questa volta utilizzati con considerevoli picchi visionari e simbolici che puntano il dito dritto contro il tritacarne hollywoodiano, metafora di un successo banale e fatiscente.
Alla fine, se ho ben interpretato la storia, Barton, ormai preda dei suoi fantasmi, rimarrà intrappolato nelle sue fantasie di scrittore bloccato (e sciroccato, aggiungerei io), tant'è che si va a collocare all'interno del quadro appeso nella sua stanza, insieme alla ragazza che lo aveva ispirato durante la stesura del racconto.
Nonostante non si possano non apprezzare le metafore e l'originalità del film, devo dire che non mi ha entusiasmato più di tanto. Soprattutto, non ho capito perché ambientare il film in quell'epoca e caratterizzare Barton come ebreo. Cosa c'entra col resto?