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BARTON FINK regia di Joel Coen, Ethan Coen

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Zazzauser     8 / 10  20/04/2015 01:41:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
C'é qualcosa in ogni film dei Coen che affascina, qualcosa che non vedi altrove, qualcosa che ti lascia pieno di domande a cui sei felice di non riuscir a trovar risposta. Persino nell'eccentrico "Barton Fink", bizzarra storia di un autore teatrale di Broadway assunto come sceneggiatore a Hollywood negli anni '40 e divenuto vittima di un sistema popolato da cialtroni, lacché, arroganti e lecca**** a tradimento (i tipici personaggi coeniani di Lerner e Jon Polito e Tony Shalhoub).
L'incontro con un sornione John Goodman - unica figura amichevole del film anche se per assurdo la più deprecabile - sconvolgerá la "visita turistica" di Barton a Los Angeles e trasformerá le quattro mura della sua squallida camera d'albergo in un vero e proprio inferno in Terra.
Quel tritacarne che passa sotto il nome di "show business" e che pretende da scrittori ispirati, da veri creatori, ridicole storie preconfezionate sul wrestling, non può far altro che portare alla distruzione di sé e di ciò che ci circonda, in particolar modo ciò che amiamo. La più probabile proiezione futura di uno sceneggiatore agli esordi come Barton Fink, infatti, é quella dell'alcolizzato W.P.Mayhew (e del William Faulkner di cui porta l'immagine). Come si può sfuggire a tanta tristezza?
Una volta che ci si é dentro, apparentemente non si può ("sei sotto contratto, figlio di *******"). A meno di non adottare misure drastiche.
Penso che con questo film Joel ed Ethan abbiano voluto raccontare un po' se stessi (avendo avuto anche loro problemi con il "blocco dello scrittore" durante la stesura di Crocevia della Morte) e dire che alla fine - altro che "anni d'oro - la Hollywood di Irving Thalberg é dominata dallo stesso schifo di quella di Jerry Bruckheimer.
E pensare che c'é chi venderebbe l'anima al Diavolo pur di fare lo sceneggiatore ad Hollywood...