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CROCEVIA DELLA MORTE regia di Joel Coen, Ethan Coen

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BlackNight90     9 / 10  18/10/2010 00:30:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
È un film all'apparenza poco coeniano, se con questo termine si intende quella specialissima abilità dei due fratelli nel mettere in risalto l'idiozia e il grottesco del quotidiano, l'humor nero ed opaco della vita: rispetto ad altri film dei Coen questa caratteristica è presente in minor misura però c'è eccome, e si trova soprattutto nella testa dei personaggi: come quei cappelli calcati sul capo di gangster e pùttane, a nascondere i volti, i tradimenti e i doppi giochi, le illusioni dei protagonisti di riuscire a sopravvivere restando fedeli alla propria etica personale sono così ingenue e leggere da volar via al minimo soffio di vento.
In un mondo privo di leggi e di sicurezze infatti, tutto soggetto ai capricci del caso e della stupidità umana, dove chi dovrebbe assicurare l'ordine cambia schieramento più in fretta di Mastella, c'è ancora chi pretende di raggiungere la propria realizzazione seguendo una linea tracciata, una moralità distorta e predeterminata.
Tom invece, degno erede della tradizione hard-boiled del grande Chandler e Hammett, sa che deve fare buon viso a cattivo gioco, prenderle piuttosto che darle, aggrapparsi a qualcosa di caro come l'amicizia ma saper anche abbandonarlo se questa si rivela indegna.
E deve lasciare aperta la porta del sogno, che rende il Miller's Crossing un luogo mistico quanto reale, dove morte e speranza si incontrano e si mescolano.
Questo intreccio complicato ma per nulla impossibile da seguire rende la maggior parte dei personaggi sfuggevoli ed indecifrabili ma è intrigante, dannatamente intrigante: il volto di Byrne è statico ed impenetrabile, e la sua bravura sta proprio nel riuscire a trasmettere parte di questa enigmaticità, così come Turturro, tanto astuto e odioso che vien voglia di strozzarlo.
È un'opera in cui si riassapora l'aria dei vecchi gangster-movie e allo stesso tempo questi vengono elaborati dai due fratelli registi nella loro personalissima visione delle cose.
Film adorabile e sottovalutato, tanto di cappello ai Coen
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