elio91 8½ / 10 24/06/2011 12:00:31 » Rispondi Cosa si può criticare ai Coen? Sono due cervelli in uno,naturale che abbiano una marcia in più. Il loro stile in meno di vent'anni ha già fatto scuola e le loro riletture di generi categoricamente lasciano a bocca aperta,a parte un paio di errori ma è naturale che in una carriera quelli siano da mettere in conto... Miller's Crossing nello specifico è una revisione totale del genere gangster; totale nel vero senso della parola: scordatevi il Padrino e simili,si riprende certo l'atmosfera quasi malinconica nella ricostruzione degli anni del proibizionismo ma il resto è una sottilissima e quasi inavvertibile rivoluzione di genere. L'ironia prima di tutto,il sarcasmo dei fratelli e il loro non prendersi mai sul serio anche quando la situazione sembra farsi disperatissima; poi l'intreccio complicatissimo in cui sembra di assistere ad una partita di poker: non sai chi sta bluffando,se si sta bluffando e chi stia in realtà tradendo chi,però la trama si capisce benissimo ed è il punto di forza maggiore quando si arriva al finale. Tecnicamente una meraviglia da vedere: fotografia fantastica e la regia regala alcune perle fantastiche come l'ecatombe di Leo con il mitragliatore. Altro indiscutibile punto di forza sono i personaggi,caratterizzati benissimo anche quando sembrano essere all'apparenza inutili macchiette. Ma quello che colpisce ancora una volta di più è anche la capacità dei fratelli di arrivare a momenti di un emotività sconcertante,come quello particolare che è anche nella locandina ed è il vero Crocevia della Morte (titolo italiano per una volta non malvagio): da quel momento Tom perde il controllo e le proprie certezze di fronte alla prospettiva della morte nuda e cruda. Strano a dirsi,o forse no,ma il film migliora se rivisto più volte e già mi aveva colpito con le strepitose interpretazioni di Byrne,Turturro,Polito e Finney senza dimenticare la parodia del prototipo di femme fatale fragilissima Marcia Gay Harden.