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OVOSODO regia di Paolo Virzì

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ULTRAVIOLENCE78     7½ / 10  27/04/2008 17:11:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Virzì ci presenta, attraverso la storia di un ragazzo di borgata, l'evoluzione della società italiana tra gli anni settanta e la metà degli anni novanta, mettendo in risalto la spaccatura sempre più marcata tra i ceti bassi e quelli più abbienti, che trova nel nuovo miracolo italiano incarnato dal primo Berlusconi la sua manifestazione più evidente. Alla fine del film si ha come la sensazione che la divisione in classi costituisca un muro socio-culturale insormontabile, anche per i più svegli e intelligenti: come Piero, un brillante giovane di umili origini che avrà modo di entrare in contatto con due ragazzi, Tommaso e sua cugina Lisa, che provengono dal mondo dell'alta borghesia. Nonostante questi sembrino estranei alla dimensione sociale e familiare in cui sono cresciuti, la distanza tra loro e Piero sarà tale da determinare una sorta di incomunicabilità dovuta alle differenti storie che hanno contrassegnato rispettivamente le loro vite: una storia di privilegi, quella di Lisa e di Tommaso, ed una di stenti e umiliazioni nella quale si muove il trasognato e allo stesso tempo disilluso Piero. Il finale, amaramente emblamatico, rappresenta benessimo il disinganno riveniente da una realtà segnata profondamente dal divario di classe: Tommaso diverrà ciò che ha sempre avversato, mentre Piero, nonostante le sue eccelse doti intellettuali e il suo animo sensibile, rimarrà invischiato nella realtà umile e frustrante della catena di montaggio. Ma non tutto è perduto, in quanto Piero avrà modo di riscattarsi nell'amore ritrovato con la bella e umile Susy.
Quello di Virzì è una sorta di viaggio felliniano (molti i rimandi ad "Amarcord", tra cui la citazione della scena con la tabaccaia) nella vita di un ragazzo. Essa viene ripercorsa con ironia e intelligenza (dall'infanzia all'adolescenza fino all'età matura), conciliando la nostalgia per il passato (sì pieno di difficoltà e umiliazioni, ma reso pur sempre vivo dall'età della speranza) con la rassegnazione del presente, nella quale l'unica consolazione risiede nella donna amata.
Dick  12/11/2009 13:25:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"(molti i rimandi ad "Amarcord", tra cui la citazione della scena con la tabaccaia)"

Dove?!? °_O