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SUGARLAND EXPRESS regia di Steven Spielberg

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Invia una mail all'autore del commento Alan Wake     7 / 10  19/11/2013 00:16:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Al suo secondo esordio Spielberg torna in automobile, esibendo grande prova di maturità e maestria dietro la cinepresa, girando "Sugaland Express", uno dei road movie più rappresentativi degli anni '70.
Ai fini di recuperare il proprio figlio affidato dallo Stato ad una anziana coppia di Sugarland, Lou e Clovis Poplin mettono in atto la fuga di quest'ultimo. Per arrivare dal loro pargolo, i due folli amanti prendono in ostaggio un agente della polizia, scatenando le forze armate di tutto il paese e l'attenzione dei mass media, nonché la grande ammirazione di un numero sempre più crescente di sostenitori incondizionati.
L'incoscienza e l'avventatezza causate dall'amore sproporzionato dei due giovani spasimanti, esaltano le relazioni umane che si creano e che vengono scoperchiate durante il film tra i tre protagonisti (i due fuorilegge più il poliziotto divenuto ostaggio della loro passione e della loro determinatezza) dove vengono mescolati tratti drammatici e facce umoristico-romantiche.
In realtà l'intruglio, che in definitiva forma un complessivo "black houmur", diventa troppo impastato e confusionario, diventando una commedia grottesca e spumeggiante, e trovando un sapore amaro man mano che il film si avvicina ai titoli di coda e man mano che si distacca dal surrealismo per accostarsi ad un crudo realismo.
La poca melodia tra le diverse forme di intrattenimento offerte risulta poco funzionale, considerando che il sapore agrodolce finale è in realtà frastagliato durante tutta la durata.

La sceneggiatura (tratta da un soggetto dello stesso Spielberg) riesce ad evidenziare la bellezza e la lucidità dei passionali rapporti umani e, allo stesso tempo, a mostrare come essa si schianti inesorabilmente sul muro grigio e pessimista della realtà.
Nonostante la trama sia ispirata ad un fatto di cronaca, la riproposizione cinematografica non convince a pieno, non per le recitazioni (tutte positive nelle loro rispettive funzioni) ma per una storia i cui risvolti sono stati eccessivamente smaccati e riempiti.
Spielberg firma con questa pellicola uno dei suoi lavori meno leziosi e puntualmente ottimisti, se non il più controverso, con una regia buonissima così come il reparto visivo, i quali contribuiscono all'ottima e godibile visione filmica.
La genialità e l'introspezione lasciano tutto lo spazio ad un viaggio che ci porterà a comprendere e vedere i personaggi principali come protagonisti di una commovente realtà vissuta in modo ottimistico ed illusorio, inutilmente speranzoso e fortemente sentimentale.