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BORIS - IL FILM regia di Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre, Luca Vendruscolo

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7½ / 10  03/04/2011 01:50:49Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E vissero tutti felici e... dementi. Non sono un grande esperto della serie, ma trovo che il protagonista sia un pò una versione indiretta e più sfacciata del Bruno Bonomo/Silvio Orlando de "Il caimano". C'è una dose di autoironia che si recepisce all'istante, grazie a un film sarcastico, irriverente e tutto sommato profondo come raramente accade nel cinema italiano comico di questi anni.
Al di là di tutto, "Boris" è un vero Evento, e costituisce per questo un tassello prezioso di anti-cinema di questi ultimi anni. Colpisce come una versione nazional-popolare di "Effetto notte" di Truffaut (indicativa in questo senso l'attrice oca che tenta di "entrare nel personaggio" come la Valentina Cortese dell'epoca) ed è uno spaccato tremendamente veritiero e variopinto della bruttezza quotidiana. E' vero che complessivamente il ritmo è diseguale, che non mancano momenti appannati, che il materiale esplosivo della serie a tratti sembra implodere nella repressione del mezzo cinematografico (più un veicolo che altro), ma esistono almeno tre ragioni per amare incondizionatamente questa sorta di calderone post-televisivo.
La prima è che non c'è alcuna differenza tra spettatore trash e attori trash, perchè fanno parte della stessa squallida umanità.
La seconda è che quell'ilarità sguaiata, di massa, che tanto si diverte con i cinepanettoni e le scuregge - eh purtroppo i grandi Ciprì e Maresco non esistono più - è quasi disarmante e innocente nella sua ignoranza.
E la terza è proprio quel mondo pecoreccio e casalingo, da ultrà della porta accanto, degli attori "cani", potenzialmente carichi di un'umanità desolante e contagiosa, espressione della celebrata "Italia spensierata" di un divertente libro di qualche anno fa.
Il resto và da sè: dalla critica agli scarsi finanziamenti ad opere di valore culturale (con i cinepanettoni appunto sponsorizzati da produttori in odor di soldi facili e facilmente ceduti al miglior offerente) alla dissoluzione di tutta quella rabbia che, piano piano, ha permesso a Vanzina o Neri Parenti di esaltare l'Italietta scombinata e f.i.c.a.i.o.l.a. di questi decenni.
Non è nemmeno il caso di riderne più del dovuto, anche se a tratti sembra di vedere l'ultimo film di Mazzacurati.
Tutto si perde nell'accettazione passiva della propria condizione umana e artistica
El_Baro  03/04/2011 09:26:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Fortuna che ci sei tu, va.
Hai la mia stima (non solo per questo commento, naturalmente).
E grazie per il lavoro di commenti che fai, mi sta aiutando a orientarmi nella mia modesta cinefilia.