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HABEMUS PAPAM regia di Nanni Moretti

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     8 / 10  18/04/2011 02:05:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il più grande attore francese (vivaddìo) vivente, Michel Piccoli - classe 1925 e più di duecento (!!!) film all'attivo, impersona magnificamente questo ritratto di debolezza morale, ed è un paradosso già di per sè significativo, perchè se esiste una faccia universale della fede questa poggia proprio sull'UMILTA' dell'individuo. Tanto per capirci, questo pontefice costretto ad ammettere i suoi limiti sarebbe un Papa da eleggere a pieni voti, e tanto giustifica il suo consenso nelle prime immagini del film. E così, con una mossa pubblicitaria alquanto audace, si impone al cinema come un'anteprima di un'altro "film" per certi versi già visto, quello dell'imminente beatificazione di Giovanni Paolo II.
Il cinema di Moretti non è mai stato tanto prodigo di citazioni come in questo caso. E' come un'immensa rappresentazione teatrale sul senso della vita (non quello, populista e casereccio di una nota trasmissione televisiva), molto Felliniano in un certo senso, ma anche costretto a meditare sugli effetti coercitivi di un mondo che implode nel suo rigoroso monolitismo (cfr. l'angelo sterminatore di Bunuel), o diventa Rappresentazione di un ruolo importante (Il divo di Sorrentino).
Nelle prime immagini sembra quasi voler confrontare la tragica bellezza di un ruolo universale con un mondo per certi versi analogo come quello dei regnanti (il pontefice come una figura spaesata, à la Marie Antoniette).
E in questo senso il film è semplicemente immenso, perchè riesce a descrivere quanto non tanto la fede ma il bisogno di rifiutarla a favore dell'armonia "terrena" sia il segreto che insegna all'umanità a riconoscersi e svelarsi.
Quell'uomo che - sordo alle imposizioni del clero - vaga alla ricerca di un tempo perduto o mai ritrovato, tra i comuni mortali, sarà forse quel D.io che tutto il mondo attende e che esplora con i suoi occhi il volto e le ragioni della sua "grande famiglia"? Perchè alla fine non ci resta che attendere invano, sconsacrati dallo spirito che cerca contatto in una folla plaudente ma lontana, sottomessa al ruolo di subalterna fedele, perciò inferiore di fatto alla "divina conoscenza" di un solo essere "eletto".
Purtroppo però l'egocentrismo di Moretti, dopo una prima parte letteralmente da applausi a scena aperta, rischia di confondere o quantomeno di smorzare i contenuti di questa mise in scene teologica (v. il Darwinismo). Non si tratta tanto di ciò che sicuramente accadrebbe nella realtà, davanti a un'avvenimento del genere (il povero pontefice sarebbe privato del dono della parola, figuriamoci se può liberamente "scendere" tra di noi e fuggire dalle stanze del Vaticano), ma ho avuto la sgradevole sensazione che, nella sua laicità, Moretti voglia in qualche modo guidare e "dirigere" il mondo del Vaticano. La laicità deve proporre, non credere di dover esprimere un linguaggio personale e antitetico a un'organizzazione statale, universale e religiosa. La beffa, che stride con il grande messaggio umanistico del film, è data dalla sovversione poco ortodossa della partita nelle stanze del palazzo, volutamente irriverente davanti al bellissimo tributo figurativo di Fellini in un suo vecchio film ("Roma").
Un anno fa circa abbiamo visto "Uomini di D.io". Un film che personalmente ho trovato splendido ma... quei frati erano così consapevoli della bontà della propria missione da accettare anche il sacrificio della vita (e la brutalità della scelta come quello dell'Uomo in croce) senza comprendere a fondo i limiti della propria scelta.
Qui invero vediamo un uomo fermarsi e vanificare proprio quel mirabolante e triste abito bianco dietro i drappi e le tende.
Davanti alla scienza (psicanalisi) dove nessun uomo credente può cedere, perchè non esiste, dicono, debolezza senza la forza dell'anima.
E in questo senso il film è importante, se rivela che oltre allo spirito, esiste una vita in grado di metterci tutti in difficoltà
Niko.g  18/04/2011 12:16:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi ha colpito la tua ultima frase. Se il film di Moretti fosse importante per ciò che dici, credo sia un film che scopre l'acqua calda. Un valore innovativo lo avrebbe se facesse il contrario: rivelare che oltre la vita, esiste uno spirito in grado di toglierci tutti dalle difficoltà (o meglio di sopportare la "croce" nell'accezione cristiana).
Comunque andrò presto a vederlo, sperando che questa ridicolizzazione nei confronti di Chiesa e Vaticano da parte di Moretti (di cui non discuto il grande talento) metta fine alla storiella che in Italia c'è un predominio di pensiero religioso su quello laico.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  18/04/2011 12:43:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma scusa lo spirito in grado di toglierci tutti dalla difficoltà mi pare un tema abusatissimo. Non mi sembra proprio di riscontrare la ridicolizzazione della chiesa (a parte la scena della partita, ironica ma secondo me una scelta infelice) ma forse dovresti ricordare cosa è stata la morte di un pontefice vero per parlarne. Questo fanatismo oppressivo che è arrivato a fare della morte (reale) un feticcio. A me, da laico, quella folla in tumulto ha fatto paura. E sinceramente lì non ho riscontrato alcuna fede (se potevano portarsi a casa un brandello di carne del povero papa lo avrebbero fatto)
Niko.g  18/04/2011 13:54:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
1. Il tema spirituale è un tema abusatissimo? Ok, credevo fosse in atto un processo di secolarizzazione nel mondo occidentale, invece apprendo ora che c'è una riscoperta di massa dei valori spirituali e trascendenti.
2. Se ti riferisci alla morte di Papa Giovanni Paolo II, la ricordo bene ma ci ho visto tutto meno che fanatismo. Personalmente non sono attratto dai giganteschi ritrovi di massa ma non potrei pensare di giudicare la fede della gente in base a questo. Tu invece asserisci che "non hai riscontrato alcuna fede" (no comment).
3. Di feticci veri ce ne sono tanti, ricorderei un certo Michael Jackson, ma tu pensi al Papa...

Detto ciò, rispetto le tue idee e accetto sempre volentieri un sano confronto...
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  18/04/2011 21:25:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Niko.g non intendevo offenderti anzi rispetto tantissimo chi cerca il richiamo alla fede alla trascendenza etc. penso tuttavia che... che qualche volta questo bisogno dovrebbe essere cercato attraverso un processo culturale molto ampio, cosa che spesso non riscontro nei credenti. Riguardo alla morte di Giovanni Paolo II, è stato un evento medianico di grande portata e come tale secondo me stride con il rispetto per la morte di una persona. Avrei preferito, da laico o forse anche da credente, un maggior pudore nei confronti di un corpo senza più vita... guarda che tante volte ho cercato anch'io quel richiamo, e forse almeno in un'occasione mi ha aiutato a superare una certa fase difficile del passato. Del resto se il mondo laico di oggi è in crisi non è per le religioni, ma proprio per la difficoltà ad accettare la spiritualità dell'uomo rispetto a D.io. Perchè in fondo se noi diciamo di credere nell'Uomo, è ben difficile accettare l'umanità di oggi. E credo che il problema si ponga non tanto diversamente nei cattolici di oggi. Il film di Moretti sta tra il classico "esiste lo spirito esiste l'anima" e un più rassegnato "non c'è niente, purtroppo, nè prima nè dopo". Ma io quel papa che vaga tra i comuni mortali non lo trovo irriverente anzi umanissimo. Mi viene da pensare se l'umanità sia davvero pronta ad accettare veramente D.io
Niko.g  19/04/2011 11:33:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In ottica Moretti mi verrebbe da dire che se non lo accetta il Papa, sarà dura che lo accetti il resto dell'umanità!
Battute a parte, credo che Giovanni Paolo II abbia vagato molto tra i "comuni mortali", come li definisci tu. Proprio per questo, alla sua morte, quei "comuni mortali" lo hanno "ricambiato" con la loro presenza e partecipazione alle cerimonie funebri. Che fra tanta gente ci sia qualche esaltato, rientra nell'ordine delle cose della vita, ma attenzione sempre a giudicare le persone anche in questi casi. Non c'è un modo unico e paradigmatico per avere fede e soprattutto la fede non si pesa a chili di cultura e istruzione. S.Pietro era un rozzo pescatore ignorante, ma Cristo ha guardato il suo cuore e su di lui ha edificato la Chiesa. S.Agostino ha avuto un processo inverso e razionale.
jack_torrence  18/04/2011 22:19:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Luca quel papa che vaga tra i comuni mortali è davvero umanissimo.
Quanto alla morte di Giovanni Paolo II sono assolutamente d'accordo con te, e lo dico forte e chiaro: mio padre è morto il 7 aprile 2005, pochi giorni dopo e a pochissimi metri di distanza (le ultime sere lo andavo a trovare, in coma, e assistevo a una lunghissima fila che invadeva il lungotevere per onorare le spoglie del papa defunto). La contestualità fra i due eventi mi permette di affermare che lo sfruttamento mediatico della morte del Papa di allora è stato qualcosa di barbaro, anche se - come tutte le pratiche barbare - è vissuta e accettata inconsapevolmente come umana, da chi la condivide, e occorre perciò anche accettare e rispettare la buona fede (in un duplice senso) del pellegrino che venne a Roma (e tornerà in occasione della beatificazione.........) per onorare un papa defunto.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  18/04/2011 12:45:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E poi cos'è la vita? Non mi pare che Moretti imponga la sua visione, ma la sofferenza e il dubbio rendono l'uomo universale. Leggetevi un pò di filosofia oltre ai testi sacri, per favore
jack_torrence  18/04/2011 15:02:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Fantastico commento Luca, hai trovato quanto ho scorto io e sei andato anche molto oltre, con le tue riflessioni. Ora scrivere la recensione a questo film è più difficile! ;)
Grazie per gli spunti sensibili che sempre offri.
Un abbraccio, Ste

Ps io la penso come te, pur da cristiano e nel rispetto per la Chiesa, e non ho trovato offensivo questo film, perché l'ironia è una cosa (e fa pure bene), altra il dileggio - e qui non c'è dileggio.
Artisticamente, e sono ancora una volta d'accordissimo, la sequenza della pallavolo è il punto dove il film scricchiola, si svilisce e perde fascino.
Ma grazie al finale, il film si mantiene complessivamente all'altezza della sua straordinaria prima ora.
jack_torrence  18/04/2011 15:11:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
PS II un chiarimento personale per chi mi legge - anche in eventuale relazione alla mia futura recensione.
Affermo di essere cristiano; ma lo sono in senso puramente spirituale ed evangelico, mentre mi sento parecchio lontano dalle alte sfere ecclesiastiche. Non dai sacerdoti, non dalle chiese ma dalla Chiesa, come Istituzione.

Da romano ho visto questo film con occhi speciali, all'ombra della (magnifica) Cupola di Michelangelo. L'ombra qui si avverte palpabile, e l'invadenza secolare del Vaticano non è solo nei giornali, si insinua anche nei fatti quotidiani - basta sfiorare ambienti e conoscenze che a quella cupola riportano, per rendersi conto di quanto potere e quanta influenza eserciti sulla vita civile. (Non so se è sempre esclusivamente un fatto negativo, ma è sicuramente un fatto).
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  20/04/2011 00:40:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Caro Stefano e caro Luca, sono in totale disaccordo con voi sulla sequenza della partita di pallavolo. Essa va letta alla luce della battuta sulla palla prigioniera e come la pretesa dello psicanalista di imporre un campionato fatto a modo suo (cioè un suo ordine) trasgredendo il rigido ordine ecclesiastico.
Inoltre in quella sequenza anche i compassati cardinali e tutti i prelati che li circondano riacquistano una umanità che il loro ruolo istituzionale aveva fatto perdere loro: tornano "bambini", come nel Vangelo. Non è un caso che invece proprio il Professore e il Camerlengo -i rappresentanti dell'ortodossia laica ed ecclesiastica- non riescano in questo compito restando fuori dai giochi (realmente e metaforicamente) impegnati come sono a punzecchiarsi con le loro verità dogmatiche.
Pasionaria  20/04/2011 09:26:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Inoltre in questa scena Moretti cita se stesso, a me ha richiamato Palombella rossa
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  20/04/2011 21:27:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Anche a me, però...
Fritz  29/05/2011 15:56:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io invece di buttare 10 euro per 'sta roba, li ho spesi per un remaster in dvd di "The Cameraman" di B. K.
Pasionaria  18/04/2011 09:15:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Commento da applauso, Luca, intenso e rigoroso.

Lo vedrò stasera, poi magari ne parliamo :)

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