Skorpio 4 / 10 23/03/2012 05:08:34 » Rispondi Non so, mi sfuggono alcuni dettagli:
a) gli attori sono attori? A parte il padre che sembra (dico sembra) imbastire delle espressioni di qualche genere, tutti gli altri sembrano usciti direttamente dal filmino del campeggio estivo.
b) il regista è un regista? Per fare un film intero con telecamera a spalla occorre anche saper montare il girato, dopo. Dopo la terza zoomata avanti e indietro ti viene da rimpiangere gli horror di serie Z.
c) lo scenografo è uno scenografo? gli ambienti non è che siano disposti male, proprio non sono disposti. Mura, mobilio, abbigliamento sembrano capitare per caso tra i piedi durante le scene. Quando va bene almeno non intralciano.
d) il curatore degli effetti speciali è un curatore di effetti speciali? Ho amici di 15 anni in grado di fare semplici elaborazioni digitali che rendono meglio di quel che si vede qui. Ora, capiamoci: non dico che un film debba averli, gli effetti speciali: se non se li può o vuole permettere, giochi a dogville e lasci immaginare lo spettatore. Ma mettere in scena effetti speciali fatti col das... che diamine!
e) Il responsabile dei dialoghi è un responsabile dei dialoghi? A parte che, chissà per quale c***o di motivo, nel paese in cui abbiamo i doppiatori migliori del pianeta gli attori non sanno parlare. Bofonchiano! ma due lezioni di dizione in croce è chieder troppo? Poi, abbiamo una famiglia il cui papà ha l'accento milanese e i figli romano? Vabbé, non è mica impossibile, ma si poteva evitare visto che non ha alcun significato recondito (a meno che, sottigliezza sopraffina, voglia indicare che rappresentano tutta italia, anche se in tal caso ci manca almeno un calabrese e qualche rappresentanza isolana, no?). Ma apppppparte anche questo, qualcuno li ha letti dopo averli scritti, quei dialoghi?
f) Il finale è un finale? Esistono finali classici: chiudono la vicenda, dicono che cosa è accaduto e suggeriscono chiaramente che cosa succederà. Esistono finali aperti: finali che lasciano intendere differenti, possibili sviluppi dopo di essi. Esistono finali ambigui: finali che insinuano il dubbio e lasciano inquieto lo spettatore su che cosa effettivamente accadrà in seguito. Esistono finali metaforici, sinedottici, svianti, catartici. Poi ci sono i finali che capitano, così. Uno è arrivato alla fine del film e dice caspita qui qualcosa deve ben succedere prima che la pellicola finisca di correre, no? Ecco: questo a me sembra uno di essi: un finale di cortesia che uno vero non c'erano le capacità.
Mi pare chiaro che ci sia un intento profondo e impegnato dietro questo film. Metafora della metafora, quanto siamo incivili tutti quanti (famiglia benestante chiama serva la colf ma poi striscia al suolo per mezza kinder brios) quanto la società (o la mafia o entrambe le cose) si impongono sulle vite quotidiane vivendo di omertà e accondiscendenza; quanto bestiale sia la natura umana per cui appena hai la scure in mano non vedi l'ora di calarla sul prossimo tuo eccetera eccetera. Solo, non mi spiego perché tutte queste cose debbano dar valore al film, visto che le hanno mostrate anche in film ben recitati, ben costumati, ben girati, ben dialogati.
In conclusione, perizia di livello subamatoriale, accompagnata da eccessive pretese di salvezza sul piano dei contenuti metaforici: bocciatura doppia.
KOMMANDOARDITI 25/03/2012 19:45:32 » Rispondi Dato che son pure un gran veggente di fama condominiale, prevedo a stretto giro di posta una bella rispostina "precisatoria" da parte degli "addetti ai lavori".
In quanto a tempo-di-reazione devo ammettere che non li batte proprio nessuno :D
nessuna risposta precisatoria, se il film non è piaciuto a Skorpio è ovviamente nel suo legittimo diritto dirlo. Mi sono permessa di scrivere a te perché non è vero che il film si ispira a quelli che hai citato, in quanto successivi. Tutto qui. Mi piacerebbe invece discutere con Skorpio su quello che gli è piaciuto, perché dopo il suo parere mi aspettavo un 1, mentre il 4, pur negativo, mi sembra indichi che qualcosa vuole salvare.
tolto di mezzo il mio dono nostradamico (evidentemente scherzoso, la prossima volta preciserò l'ironia a caratteri cubitali), devo purtroppo smentirti su quanto scrivi. TEMPO DI REAZIONE è datato 2010, però mi dici che è stato girato nel 2007 e tratto da una sceneggiatura risalente al 2004. Fin qui tutto a posto. I film statunitensi con cui TEMPO presenta spaventose attinenze estetiche e di contenuto sono però due:
- THE MIST, datato 2007 ma tratto da un racconto di King pubblicato nel 1985 all'interno dell'antologia "Scheletri"
- RIGHT AT YOUR DOOR, uscito invece nel 2006, ossia un anno prima della realizzazione di TEMPO (e la sua sceneggiatura presenta tante di quelle somiglianze e convergenze parallele da far sorgere il dubbio lecito su una possibile influenza nei confronti del contenuto del tuo film e di un eventuale riadattamento della sua sceneggiatura primigenia)
Poi, ripeto, qui nessuno ha pretese di oggettività o velleità mereghettiane, siam semplici spettatori chiamati a dire la loro. Se io nel film ci ho visto una semi-copia-carbone remixata di due pellicole sci-fi a stelle e strisce devi permettermi di dirlo e scriverlo. Non condividi quello che penso, e ci mancherebbe che tu non difendessi il tuo prodotto, però facci respirare a noi poveri cinefili; non ti dannare più di tanto a rispondere ad ogni critica negativa, altrimenti non fai che instillare ancora di più dubbi e supposizioni. Che poi, detto papale, non ci sarebbe nemmeno nulla di male nel prendere spunto da modelli importanti come quelli di Darabont e Gorak.
Se ti sei sentito offeso per il mio giudizio negativo ti chiedo per quanto possibile scusa ma purtroppo è quello che penso.
A presto!
TempoDiReazione 25/03/2012 22:29:37 » Rispondi Kommando, nessuna offesa, ci mancherebbe, so bene di parlare con uno spettatore e non con un critico.
Credimi, ti stai sbagliando davvero su questi riferimenti, non conoscevamo nessuna delle due pellicole e mi dispiace non poter mettere on line quanto depositato, cosa che chiarirebbe definitivamente i tuoi sospetti. Ci sono però date oggettive e almeno per quel che riguarda Right At Your Door sono incontestabili, questo devi concedermelo.
Cosa dovrebbe pensare lo scrittore, che quelli di Right At Your Door hanno letto il suo racconto due anni prima mentre erano in vacanza in Italia e gli hanno fregato la storia? O è più corretto pensare che se ci sono delle somiglianze queste sono dettate dal caso? Somiglianze peraltro che dovrebbero andare contro quel film, oltretutto, non contro il nostro. Questa è la cosa che mi lascia più stupita ed è un po' una situazione da Davide contro Golia, per questo rimarco il punto.
Se poi lo scrittore del racconto ha tratto qualcosa dal precedente di King (tenderei ad escluderlo, ma chi lo sa) questa è una cosa che riguarda i loro due racconti, non il nostro film.
Una volta tanto che si arriva per primi vedersi rinfacciare la somiglianza con due film successivi crea un bel dispiacere. Penso che questo sia comprensibile per tutti. Mi scuso se ho esagerato nella veemenza, volevo solo che la verità fosse chiara per tutti. Grazie per la opportunità di conversazione. Ciao e a presto.
Skorpio 26/03/2012 08:46:20 » Rispondi Mi permetto una nota a margine anche di questa "deriva" del dialogo. Come scrittore e pittore ho in diverse occasioni subito dei plagi, a volte più che dei plagi dei puri e semplici furti (un idiota addirittura cercava di vendere online stampe dei miei lavori spacciandole per proprie senza neppure avergli tolto la mia firma, ma si può?) e in qualche occasione, per fortuna rara, m'è capitato di venire accusato di aver "copiato" brani che avevo scritto e pubblicato anni prima perché qualche furbarstro se li era copiati pari pari e li aveva ripostati in qualche sito a larga diffusione. Tolte le immediate e spontanee risate che scaturiscono da questa grottesca situazione, capisco perfettamente la frustrazione e la rabbia di trovarcisi. Premesso che non ho modo di sapere se qualcuno - e nel caso chi - abbia tratto ispirazione da chi nel vostro caso, se in effetti siete in buona fede avete tutta la mia solidarietà.
pilone 30/07/2013 23:55:55 » Rispondi Non dimenticare la puntata di halloween dei simpson in cui c'è la scena finale con nebbia che rivolta la pelle :D
Skorpio 26/03/2012 08:36:59 » Rispondi Salve Tempo di Reazione,
premesso che di uno ne ho dati pochissimi - oserei dire a titolo di insulto - no, in effetti il film non mi è piaciuto granché, anche se ammetto di essere piuttosto severo nei miei giudizi: se consideri che ho rifilato un 4 anche a The Terminal di Steven Spielberg, direi che Antonio Micciulli si trova in ottima compagnia :)
Ti ringrazio dell'interesse su che cosa invece mi è piaciuto, che in effetti c'è. Mi è piaciuta la buona volontà di proporre un film pretenzioso, mi è piaciuto il gioco di colori che sottolinea gli stati d'animo dei personaggi, mi è piaciuto il tentativo di non essere banali. Quel che ha, secondo me, oscurato questi aspetti positivi è la - almeno apparente eh - pressapochezza di molte scelte. Un esempio qualsiasi: perché appoggiarsi a un makeup così grossolano? Non era meglio lasciare i corpi dei morti senza segni e amen? La nebbia chimica li soffoca, fine. Nel film viene specificato che "brucia la pelle", mentre il makeup mostra delle specie di macchie scure con occasionali travasi sanguigni, che c'entra? Ecco, questi dettagli alla fine riassumono tutte le critiche che ho esposto nel mio commento: l'impressione che ne ricavo è di un team di persone motivate ed entusiaste che si lasciano prendere la mano e impacchettano un po' troppo in fretta un prodotto che poteva uscire molto più curato senza troppi sforzi.
grazie per la tua ammissione e soprattutto per la tua solidarietà come artista, che apprezzo veramente moltissimo. Spero ci sia occasione di confrontarsi di nuovo su qualche altro lavoro. A presto.