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TONY regia di Gerard Johnson

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pinhead88     8 / 10  20/06/2012 03:05:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi sento onorato ad essere il primo a commentare questo autentico gioiellino proveniente dal paese reale, la quale in questi ultimi anni riesce a sorprendermi ed entusiasmarmi sempre di più.
L'inghilterra è senza dubbio il paese che riesce a rappresentare in modo più diretto ed efficace l'essenza pura dello squallore.
Tony entra in un bar, ordina una coca, si siede ed osserva con sguardo curioso ma timido due persone che litigano. Inizia a parlare con dei tossici offrendogli da bere, vorrebbe scambiare qualche parola con un bambino obeso e ritardato che tira calci ad un pallone su un muretto, chiede ad una prostituta quanto vuole per una coccola, si porta a casa un gay pur non essendolo.
Così passano le giornate di Tony, il ritratto di un fantasma che giorno dopo giorno gira per le vie periferiche di Londra senza alcuna meta. Girovaga di giorno e di notte con passo svelto e buffo, quasi come un qualsiasi personaggio da slapstick anni '20, osservando la vita intorno a sè e cercando continuamente qualcuno con cui parlare, ma in un costante quadretto di solitudine e follia.
Non si sa se il protagonista è nato così o ci è diventato, fatto sta che Tony non è capace di vivere, come un bambino orfano intrappolato nel corpo di un uomo, la cui motivazione di vita dipende solo dai rapporti con gli altri.
Disoccupato, vive in una topaia squallida, spoglia e maleodorante, dove i suoi unici sfoghi sono delle vecchie videocassette di film d'azione che guarda in continuazione, ma quando gli viene offerto un lavoro rifiuta dicendo che è molto occupato.
Nella locandina il protagonista sembra un killer professionista, ma è tutto tranne che questo.
Il protagonista appare come uno dei tipici mr. londinesi, ma è un serial killer senza saperlo, un bambinetto che vuole giocare ad i suoi film d'azione preferiti e condividerne l'entusiasmo con le poche persone che gli possano rivolgere la parola, ovvero i reietti. In una scena addirittura lascia andare via di sua spontanea volontà uno dei due tossici che aveva invitato a casa, di cui uno lasciato asfissiare con una busta in testa.
Tony però non ha demoni che lo perseguitano e neanche ci viene spiegato il suo passato, soltanto lo spettro cupo di un uomo goffo e solitario, tormentato dalla ricerca di affetto, ma soprattutto di vita.