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LA STANZA DEL FIGLIO regia di Nanni Moretti

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fidelio.78     6½ / 10  30/11/2005 18:03:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dal vago sapore Carveriano (Moretti cita esplicitamente Carver leggendo alla moglie la poesia “Le dita del piede”) il film parla della morte, e Moretti analizza il dolore mostrando i diversi modi di reagire in una famiglia distrutta dalla morte di un figlio.
Abbandona così il suo tipico surrealismo per girare un film molto diverso. Lascia L’Io per confrontarsi con gli altri. Ed in questa analisi il film trova la sua forza, anche grazie alla buona prova della Morante in un ruolo non semplice.
Esplicativa è la scena finale, con i tre che camminano con ritmi diversi sulla spiaggia al confine con la Francia. Un doppio confine quindi, dato che la spiaggia è il confine tra la terra ed il mare, e nel film anche tra la vita e la morte (il figlio muore annegato).
Tutto il film parla di questa sottile linea e di come noi ci poniamo rispetto ad essa.
I difetti del film stanno in una regia non proprio eccelsa (la scena di sesso ad esempio, la troviamo girata meglio in un qualsiasi film americano) e in una retorica un po’ diffusa, ma per fortuna non assillante o televisiva.
Il problema principale poi sta nella stampa che appena un film italiano merita un po’ più della sufficienza deve gridare al capolavoro.
Non è un capolavoro. E’ un buon film, che ha soprattutto il pregio di non abbassarsi alle lacrime da TV.
betsim76  30/12/2005 12:57:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grande commento!!! Sono assolutamente d'accordo con ogni virgola che hai scritto!!