Terry Malloy 8½ / 10 10/05/2013 12:11:29 » Rispondi Bellissimo. Monicelli difficilmente sbagliava un colpo.
Come già sottolineato, è il cast questa volta a permettere la riuscita del film. Villaggio, Celi, e soprattutto i grandissimi Gassman e Sandrelli rendono perfettamente lo spirito del capolavoro precedente e ne continuano una storia che trapassa con novità assoluta ogni genere, ogni fase storica, ogni immagine di folklore della memoria letteraria italica. Da Dante (nella formidabile e unica scena "Ballata dell'intolleranza") ad Ariosto (la cavalleria - "Tu che della nomanza vuoi farti Gano di Maganza", fantastico), passando per l'agiografia medievale, per i bestiari e la caccia alle streghe e per tutto ciò che attinge dalla memoria ricchissima di un paese e di una cultura. E questo nell'orientamento all'analisi cinica e spietata, ma anche caciarona e tenera del costume italiano, una parodia attualizzante che fa di questa diade un gioiello del cinema nostrano. Monicelli non dimentica la tenerezza, il romanticismo, la tristezza di fondo che sta alla base di una commedia, si ricordi la scena della morte del nano e il personaggio meraviglioso di Felicilla (dai molti nomi), ma anche il buon Branca sempre più vecchio e sempre più cavaliere, sempre più fluttuante e irreale, come un Orlando del cinema, e Gassman è geniale ad averci consegnato un personaggio che è rimasto di diritto nella memoria di tutti noi, come S. Francesco, Iacopone, Paolo e Francesca e anche come la Morte.