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MIDNIGHT IN PARIS regia di Woody Allen

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6 / 10  27/12/2011 16:10:47Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Gli ultimi lavori di Woody Allen ("Basta che funzioni" a parte) non mi dicono più nulla da tempo,trovo le sue esigenze catartiche sempre più imprigionate in riflessioni figlie di argomentazioni già affrontate in mille modi.Una produzione in serie con trascurabili sfumature che ormai raramente rendono il prodotto più appetibile o finalmente un attimino estraneo a meccanismi riproposti con sorda caparbietà.
Mi si perdoni, ma Allen dà l'impressione del nonnetto smemorato e ancora pedante,fastidioso nell'insistito racconto di aneddoti cui ogni volta brandelli di storia dissolvono o si inseriscono senza che ciò cambi i tedianti esiti.
"Midnight in Paris" è come da tradizione commediola educata e scorrevole,sicuramente poco caustica con tanto di lezioso omaggio alla capitale francese, presentato in una sfilza di immagini/cartolina che fanno tanto agenzia turistica,al solito interpretata dall'ennesimo alter ego del regista sempre più impegnato a scovare volti adatti per impersonare le sue angustie eterne.
Owen Wilson se la cavicchia nei panni dello scrittore in piena crisi esistenziale e creativa che trova nel passato,più esattamente nella Parigi degli anni '20, il possibile rimedio alla piattezza da cui si sente represso.
Piace la volontà di raccontare l'incompletezza di un uomo che non trova corrispondenza nel suo tempo e sogna un viaggio nel passato, in un'epoca più affine al suo modo di essere ed alla sua sensibilità.Situazione che permette intriganti scorribande in una ville lumière affollata da illustri personalità del mondo dell'arte purtroppo utilizzate in modo frettoloso. Allen sembra aver perduto lo smalto anche nella devozione tributata alle sue muse,la McAdams è fin troppo aggiustata nel ruolo della fidanzata rompiscatole e frivola,ça va sans dire pure forzatamente antipatica,la Cotillard invece sembra aver lasciato a casa il fascino che solitamente la contraddistingue.
Si spera sempre in un Allen capace di trovare un'ispirazione che lo induca a mostrare il coraggio necessario per discostarsi dal suo stile ormai scontato.Illusione vana,siamo alle solite.
suzuki71  29/12/2011 12:20:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Forse con la maturità, e l'età che avanza, si diventa più semplici, più "ordinari", meno gridati o "geniali", la vita attrae per la sua semplicità, e questa è ancor più disperazione, se rifletti...
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  30/12/2011 08:43:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Giusto ciò che scrivi,però io credo qui subentri una riflessione molto soggettiva.Allen da tempo non mi dice più nulla,trovo i suoi film senza mordente,come se continuasse a girare solo per un bisogno personale.Dal mio punto di vista al pubblico ha ormai poco o nulla da dare e delle sue ossessione francamente mi sono un po' rotto.Senza contare che la brillantezza e l'ironia dei bei tempi fanno solo timido capolino.
Terry Malloy  27/12/2011 16:19:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ottimo commento ale, critiche giuste e ben espresse. Anche io ho trovato gli stessi difetti, ma il mio spirito sentimentale ha ceduto di fronte a Hemingway e a Bunuel :)
Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  28/12/2011 08:51:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie Giò,in effetti anche a me l'apparizione dei due geni da te citati mi ha scosso in positivo :) ...però ti giuro che Allen continua deludermi,con mio sommo rammarico tra l'altro.Forse è un mio problema,mi sa che da oggi in poi eviterò i suoi film.