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BROTHER regia di Takeshi Kitano

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kafka62     7 / 10  18/04/2018 14:09:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
I personaggi di Beat Takeshi sono sempre, paradossalmente, in bilico tra straniamento e partecipazione. Dico paradossalmente, perché mentre da una parte, impassibili e apatici, mettono continuamente in gioco la propria vita (e quella degli altri) in situazioni al limite dell'azzardo, dall'altra donano il proprio affetto con disinteressato e commovente altruismo proprio quando meno uno se lo aspetta. E' così anche per Yamamoto, yakuza in trasferta in America, che, prima di consegnarsi a quello che è un vero e proprio suicidio (uno dei tanti nella carriera di Kitano), mette in salvo il negro Denny, eleggendolo inaspettatamente a fratello. Non è ovviamente una fratellanza biologica e nemmeno è legata a legami di clan, bensì alla mutua solidarietà originata dalle comuni esperienze di vita, anche le più bizzarre (Yamamoto all'inizio del film colpisce infatti Denny all'occhio con una bottiglia spezzata, poi lo imbroglia ai dadi, e più avanti è da lui involontariamente ferito con un colpo di pistola all'addome).
"Brother" non è tuttavia uno dei migliori film di Kitano, nonostante la maschera impenetrabile di Beat Takeshi offra indimenticabili smorfie, ghigni e tic, e nonostante siano presenti anche qui, come nelle altre sue opere, la poetica della sconfitta, i tempi morti riempiti dal gioco (che ricordano "Sonatine") e i temi dell'amicizia, dell'onore e della violenza. Anzi, è proprio la violenza che lascia un po' perplessi. Amputazioni, harakiri, torture e sparatorie sono così efferate, parossistiche ed esasperate, che Kitano sembra far pendere definitivamente il piatto della bilancia a favore delle scene a effetto più grandguignolesche (e spesso gratuite) a scapito, irrimediabilmente, delle ellissi e dei fuori campo per cui era giustamente rinomato. Non voglio dire che Kitano sia con questo film approdato alla maniera e alla stanca ripetizione di se stesso (giacché ambientazione e personaggi per la prima volta non giapponesi stanno comunque a testimoniare una apertura, una evoluzione), e poi "Brother" è per molti versi eccellente, certo è che i risultati di "Sonatine" e di "Hana-Bi" sono ben lungi dall'essere stati sfiorati, o soltanto avvicinati.