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RUGGINE regia di Daniele Gaglianone

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7 / 10  30/04/2012 11:40:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il nuovo film di Daniele Gaglianone è visivamente molto interessante, tratto dall'omonimo romanzo di Stefano Massaron affronta con sensibilità ed estro un tema sempre difficoltoso da approfondire. Il regista porta alla luce la durezza di un dramma infantile consumato in provincia, tra sgraziati caseggiati più simili ad alveari e un luogo tenebroso,denominato il "castello",una fabbrica dismessa all'interno della quale i bambini di quell'agglomerato urbano disperso nel nulla si ritrovano a passare i pomeriggi di un'estate che purtroppo per loro resterà impossibile da cancellare.
L'uomo nero che li insidia è un insospettabile per eccellenza,si eleva oltre ogni ambiguità perché erudito in un mondo popolare fatto di umili immigrati,troppo indaffarati a sbarcare il lunario per intuire che il male si aggira con fare predatorio tra i loro figli toccandoli con mano a piacimento.
Filippo Timi esaspera l'ombroso personaggio trascinandolo oltre i confini di una follia tollerabile,eppure grazie alla sua presenza fisica ed alla voce cavernosa quest' orco moderno inquieta non poco.
Lo stile ricercato di Gaglianone è un tentativo forse snobistico ma elogiabile tipico di chi cerca l'affermazione attraverso un linguaggio non comune che pur seducendo con le immagini non sempre consente una sentita connessione ai personaggi,soprattutto è la ricostruzione fluttuante tra due piani temporali ad indebolire l'intensità di "Ruggine",arenandosi spesso nelle sequenze che vedono i bambini ormai cresciuti alle prese con vite rimaste sfregiate da quel periodo.
Se Mastandrea riesce a ondeggiare violentemente sull'orlo del baratro pur sfruttando un malessere di maniera,così non è per Stefano Accorsi e Valeria Solarino,il primo alle prese con una giornata spesa a giocare con il figlio in definitiva tediante e poco significativa,la seconda invischiata in un consiglio di classe disseminato da idioti tali che ritenerlo verosimile è un'impresa.
Sembra che spesso l'attenzione posta sull'immagine abbia il sopravvento sulla storia,ciò rende la pellicola valida ma non sempre intensa allo stesso modo.