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TERRAFERMA regia di Emanuele Crialese

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Invia una mail all'autore del commento LukeMC67     9 / 10  14/09/2011 00:06:20Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
E finalmente cominciano ad apparire i nostri "Soldato blu" al cinema: il fatto che questo film abbia generato sensazioni di fastidio (quando non di rifiuto condite da polemiche) è un ottimo segno perché vuol dire che Crialese è riuscito ad andare a ficcare il dito proprio sulla piaga aperta del fenomeno (im)migratorio in Italia.
Premetto che a me non è sembrato affatto un film "politico", come anche qui m'è capitato di leggere, bensì una pellicola profondamente "umana" dove le ragioni degli uni e degli altri sono messe impietosamente vicine le une accanto alle altre: il grande merito di Crialese è stato infatti quello di aver saputo mostrare con pochi, sapienti tratti, il dramma di chi sente sfuggirsi un'esistenza legata al lavoro e al conseguente stile di vita tradizionale che lo caratterizzava con quello di chi arranca a vuoto imbilico tra vecchio e nuovo con quello di chi è già stato assorbito dalle spietate regole del nuovo moderno, non meno crudeli dell'ancestrale asservimento alle implacabili leggi della natura e del mare.
Se il personaggio del nonno (un grande Mimmo Cuticchio) incarna una tradizione inesorabilmente destinata a scomparire nonostante la sua cruda saggezza di fondo, il figlio "innovatore" (l'altrettanto bravo Giuseppe Fiorello) cambia tutto per non cambiare nulla: sarà di fatto più schiavo del padre perché per uscire dalle leggi di natura dovrà opporre regole ancor più ferree e spietate alfine di sopravvivere di turismo. La "cerniera" tra queste due tensioni è rappresentata da Filippo, vero uomo del gruppo che trattiene il meglio della tradizione imparata dal nonno nelle lunghe uscite in mare con l'irruenza e la voglia di nuovo che gli suggeriscono la giovane età, l'inesperienza e la frequentazione della gente di fuori che lo zio e la mamma finiscono per mettergli in contatto.
Crialese è impietoso nel mostrarci come solo i personaggi femminili riescano a ripristinare un minimo di umanità in un mondo depauperato di ogni pietas da maschi cinici e indifferenti (da questo punto di vista non c'è molta differenza tra forze dell'ordine, turisti maschi che, invece di soccorrerli, fotografano i clandestini moribondi scaraventati a riva, i nuovi rampanti "operatori turistici" isolani e, almeno inizialmente, persino il figlio della puerpera scampata). Ancora una volta sarà Filippo, magnifico personaggio che incarna in sé il meglio del maschile e del femminile, a vincere su tutti facendo una sintesi tra le due tensioni agendo con vero coraggio.

Il dramma degli immigrati viene visto non tanto come fenomeno sociale ma come vicenda umana individuale: in fondo la scampata non è una santa ma una donna inerme e smarrita con le sue aspirazioni e debolezze; esattamente come Giulietta (una splendida Donatella Finocchiaro, davvero notevole la sua interpretazione) che mantiene comunque una sua pudica distanza dalla ospite inattesa pur finendo col solidarizzare e col com-patire con lei: ancora una volta l'ancestrale femminile vince su ogni pregiudizio. Ed è in fondo la stessa reazione della "nordica" turista all'assalto notturno della barca rubata da Filippo: persino in lei scatta un moto di orrore e di istintiva solidarietà quando Filippo ricaccia in mare in malo modo le persone di colore che tentavano di aggrapparsi disperatamente alla barchetta. Il furore di Filippo è talmente sincero da sconvolgere la ragazza al punto da turbarla indelebilmente: ma mentre la "sfrontata" ragazza rimarrà tutto sommato spettatrice dell'orrore (o comunque non sapremo mai quali reazioni le avrà prodotto), Filippo lo attraverserà interamente per poi riscattarsi una volta compresa la gravità del suo gesto. Crialese sembra così rivendicare la primarietà dell'esperienza sull'osservazione asettica e distaccata.

Tecnicamente il film ammalia per la bellezza delle immagini (stupenda la fotografia di Fabio Cianchetti con grandi riprese subacquee o aeree), la rigorosità della messa in scena, la perfetta interpretazione dei protagonisti, il bel sonoro pulito e nitido di Goffredo Gibellini, le musiche di Franco Piersanti e la stupenda versione dell'elvetica Sophie Hunger de "Le vent nous portera" dei Noir Désir usata per i titoli di coda. Manca però il tocco surreale e straniato che caratterizzava quel piccolo capolavoro che è e rimane "Nuovomondo": se "Terraferma" ne guadagna in fluidità narrativa (anche troppo, in certi momenti), sicuramente ne perde il bellissimo stile di Crialese che avevamo amato nelle sue precedenti opere. Il profondo umanesimo del bravo regista romano-siciliano purtroppo non riesce a partorire un capolavoro ma un intenso, sincero, coinvolgente ed emozionante film da vedere assolutamente, meritatissimo Premio Speciale della Giuria a Venezia 68.
Gastone  14/09/2011 00:17:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
premetto, non so la trama del film, mai visto e mai letto nulla a riguardo

ho solo visto la massa di parole ed ho pensato: che sia ora in sala? (per una serie di motivi)
e poco a sinistra ho letto: new

Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  14/09/2011 00:28:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, la trama è riassunta nella sinossi che puoi leggere sotto al titolo... quanto alle critiche, basta che ti fai un giretto su Internet. Il film è comunque uscito il 7 Settembre.
Gastone  14/09/2011 00:39:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
nessuna polemica :)
se e' un buon film italiano ben venga

ho solo notato l'atipica mole di parole ed ho immediatamente pensato che fosse ora nelle sale, ed il "new" l'ha confermato.






Invia una mail all'autore del commento kowalsky  15/09/2011 20:40:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma davvero i tre scialbi turisti del nord e il sequestro del barcone ti hanno entusiasmato? Crialese sembra affogare in un mare (proprio) di lirismo, ma alla fine cosa dice di veramente necessario? Quando verso la fine del film possiamo percepire la nostra vergogna (per una legge sull'immigrazione e contro i clandestini che lede tutti i diritti umani) ecco che trova la "forza" di rivelarci che gli italiani sono meglio dei loro politici. Cmq. ok ci sono delle gran belle immagini
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  17/09/2011 17:53:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Più che entusiasmato, mi hanno convinto: sia perché di gente così (turisti) ne ho conosciuta e dunque ho trovato la descrizione verosimile, sia perché, narrativamente, c'è una efficace contrapposizione tra chi "sbarca" superficialmente su una terra che non sentirà mai sua e alla quale non interessa nulla dei suoi abitanti (in termini sociali e culturali), chi sbarca per necessità e sarà costretto a entrare in interazione coi suoi abitanti (gli aspiranti immigrati) e chi vive sulla propria pelle le contraddizioni di entrambe queste tipologie portandosi dietro il bagaglio culturale del proprio essere sempre stato su quelle terre. A me è sembrato geniale nella sua (forse eccessiva) semplificazione.
Invia una mail all'autore del commento kowalsky  03/10/2011 15:29:46Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per me è un film completamente inutile, pieno di buonismo e di eccessi estetizzanti. Mi spiace per Crialese, ma se dovessi riscrivere il commento oggi il mio voto non sarebbe 6.5 ma 5
Invia una mail all'autore del commento LukeMC67  14/09/2011 11:34:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Tranquillo, non è obbligatorio amare il mio stile di scrittura che è sempre abbastanza ridondante di parole... se hai tempo da perdere per leggere qualche mio commento passato te ne renderai conto. Quando guardo un film deve anzitutto colpirmi emotivamente nel profondo e poi cerco anche di guardare al lato più asetticamente tecnico. A causa di questo tendo ad essere molto generoso nelle mie votazioni (ammesso che i voti possano efficacemente riassumere i giudizi), dunque... prendimi con le pinze! ;)) A proposito, io sono Luca. Piacere.