SUPER 8 regia di J.J. Abrams

outsider     9 / 10  13/09/2011 18:47:35 » Rispondi
Allora pargoli, mettetevi buoni, seduti e ascoltate quello che Vi dice il veterano vecchi lupo che condur puote i giovani sulla strada dell'imparar qualcosa, di chi, come il sottoscritto, può trasmettervi il vagheggiar solenne d'una vista, di un'atmosphera, di una luce, di un momento.

Vi parlo seduto, paludato e con voce calma, fra i miei baffoni con la sapienza della vita, come un Costanzo che racconta quello che, probabilmente, nel sito può dirvi chi sia un veterano esperto e sapiente conoscitore come il sottoscritto o chi, anche se giovane, in rari casi, abbia l'ispirazione.

Erano gli anni'80 ancorchè i giovinetti ispirati come Outsider, già dal finir anni'70, seguivano l'evoluzione dei film di fantascienza come Incontri ravvicinati, presi da serie televisive come UFO, Doctor WHO, Sky.

In quest'epoca comparve un colossal che fece storia, E.T.
Io lo vidi due volte al cinema, una dopo l'altra. Erano anni in cui si andava al cinema avvolti in un'aura di sorpresa, consapevoli che in quei fervori pieni di colori, ricchezza, di atmosphere magiche come nei periodi natalizi, anni in cui era Rocky lo Stallone in forma piena, anni in cui erano le donne con la capigliatura folta e inanellata e le calze sexy velate, come Meg Ryan, come Melanine Griffith; Anni In cui lo stereo era nel rack con giradischi e stereo cassetta e suonava bene con le casse di legno, anni in cui già gli Outsider avevano provato i primissimi pruriti seguendo a ripetizione Il Tempo delle mele con la Sophie Marceau; insomma, erano anni, quelli, in cui si andava ad auscultar la bella e buona musica anche al cinema, vedendo nuovi colori, provando vibrazioni per i nuovi colori, vagheggiando nuovi sapori, anche se poi arrivavano dai pub in american style, anni in cui il minimalismo storico degli anni '90 non era arrivato a distruggere l'anelito ed il battito d'ali, anni in cui i registi sfigati ancora non li ascoltava nessuno.
Si andava a gustarele pellicole e poi si congetturava, si ragionava, si costruivano e si imbastivano strutture ideologiche per vagheggiare la strada, il punto d'arrivo del regista pittore, per capirlo, decodificarlo, raggiungerlo.
Ecco, tutto questo è stato parte della scuola dei veterani che hanno girato Super8, splendido esempio di film di fantascienza che inizia con una pellicola a grammatura larga ma con il senso della tridimensionalità dal primo cartello inquadrato, grandezza dei mezzi definiti d'oggi.
Interpretazioni ottime, storia avvincente, scorrevolezza assicurata, effetti speciali e artifici "alieni"ottimi come le idee che hanno messo in piedi questo capolavoro.
Un film da vedere e che non si dimentica, premiato e garantito da Outsider, pollice su dall'intenditor.
Vederlo senza pregiudizi versus i prodotti made in USA è, però, una conditio sine qua non. Chi criticherà la struttura o la congettura geniale del film, cubi et alieno in primis, farà cosa inutile. Il film e il filone in cui si inserisce prevedono il tacito assenso verso la libera costruzione di una realtà diversa da quella che conosciamo o che, come preferite, comunque, ancora non ci è dato di conoscere.