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CARNAGE (2011) regia di Roman Polanski

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hghgg     8 / 10  14/11/2014 10:39:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Oh si, eccellente commedia (nera ? Amara ? Tragi-comedy ?) tratta dalla piece teatrale di Yasmina Reza e affidata alle mani ancora sapienti di un 78enne Roman Polanski che dimostra una volta di più a tutti che se nel cinema esiste un dio del massacro, quello risponde al suo nome. Chiudi un gruppo di persone in un appartamento con Polanski dietro alla macchina da presa e comincia a buttare nel cestino ogni speranza, ogni buonismo, ogni forma di pietà perché con lui tutto ciò non ci sarà.

I film ambientati in pochissime location o addirittura uniche come in questo caso sono la sua specialità, si sa, poi stavolta si trova tra le mani un film tratto da uno spettacolo teatrale, trasposto per il cinema dallo stesso Polanski e dalla Reza, autori della sceneggiatura e si trova a dirigere 4 ottimi attori, cosa poteva uscirne se non qualcosa di davvero notevole ? Basta questo, Polanski, un appartamento, 75 minuti, 4 attori soltanto (ma che attori) e una sceneggiatura con le palle che restituisce pienamente lo stile e l'atmosfera teatrale, con il quartetto impegnato in vere e proprie performance da palcoscenico in duetti, tutti contro tutti e "assoli" da paura, sotto la direzione perfetta, virtuosa di Polanski.

E così vengono messe a nudo le falsità, le ipocrisie, i reali modi di pensare, di essere, i rancori trattenuti, il menefreghismo, gli istinti più reconditi e nascosti di due tipiche famiglie americane, tra l'altro di due "classi" sociali differenti, tanto per non risparmiare nessuno perché tutti possiedono gli stessi istinti. Il pretesto ? Una lite tra ragazzini, figli delle rispettive coppie.

La forza di questo film ancora più che nelle interpretazioni e nella splendida regia di Polanski sta nella solidità e nella qualità della sceneggiatura che presenta dei dialoghi eccellenti e un crescendo di tensioni fenomenale e gestito benissimo; man mano che il velo del buonismo e dei comportamenti di facciata va strappandosi i dialoghi diventano sempre più taglienti, sempre più sferzanti e cresce l'amarezza, la critica e perché no, la satira della Reza e di Polanski che riescono a tirar fuori dei momenti, con quei dialoghi lì, anche sinceramente divertenti (d'altronde questo film è una "commedia") tanto per dimostrarci come anche noi spettatori, ridendo di gusto (in un paio di scene di sicuro) per ciò che vediamo in questa "morte dell'ipocrisia" non adoriamo altro dio che quello del massacro; be, per quanto riguarda me lo sapevo già.

Esilarante la scena in cui quando Nancy (Kate Winslet) getta il palmare del marito (Christoph Waltz) nel vaso di tulipani, telefono apparentemente distrutto e il personaggio di Waltz, fino a quel momento insensibile e inarrestabile si mostra partecipe e sconvolto per la prima volta, con le espressioni esilaranti dell'attore austriaco che alla fine si accuccia in un angolo tutto triste per il suo indispensabile oggettino (anche questa è una piccola tagliente critica del duo Reza-Polanski, l'importanza fondamentale che la gente da agli oggetti e ai propri beni, spesso considerati con molto più affetto che le altre persone, i libri d'arte della Foster, i sigari e gli alcolici di cui Reilly va così fiero, il telefonino di Waltz e la borsa della Winslet).

E davvero ce ne sono tanti di aspetti trattati da "Carnage" in appena un'ora e un quarto di durata, con una gestione del ritmo, dei dialoghi e della narrazione assolutamente mirabile, escluso forse il finale poco concreto anche se plausibile, nel momento in cui il fuoco dentro si è spento e gli autori hanno detto tutto ciò che avevano da dire.

Splendido poi il modo in cui si evolve la carneficina, solo in un primo momento è coppia contro coppia, dopo un inizio conciliante e meravigliosamente irritante tanto è mostrato palesemente falso e ipocrita (ah quell'ipocrisia, quel buonismo di facciata che ogni tanto ci tocca mostrare a tutti, quanto sarebbe bello potersi lasciare andare guidati dal dio del massacro), ed è divertente notare come Polanski trovi ogni pretesto per tenere intrappolati i 4 nell'appartamento, nelle sue mani. Man mano che l'atmosfera si scalda, si fa più tagliente, emergono anche le tensioni tra i rispettivi rapporti di coppia, e quando i dialoghi si fanno affilati come rasoi e molte cose ormai sono spezzate assistiamo a continui ribaltamenti di fronte, alleanze tra sessi, le due donne contro i due uomini senza che nessuno dei quattro rinunci comunque a splendide frecciate verso l'avversario di turno. Il ribaltamento a metà film, con le coppie rivali che mutano e diventano "uomini contro donne" è trattato in maniera naturale ed esaltante dalla sceneggiatura, che analizza tutti i tipi di contrasto possibile e lo fa molto bene, con Polanski che dentro il suo bell'appartamento (che anzi è quasi sempre solo il salotto) si sbizzarrisce alla regia e nella direzione di 4 attori spinti sempre più verso il limite, quattro volti sempre più feroci, rancorosi e liberi da ogni catena, falsità e buonismo,liberi di scatenare le loro tensioni e le loro reali idee. Il crescendo, ovviamente, non finisce qui, perché il sottile gioco di alleanze non può durare e alla fine non resta che un amaro tutti contro tutti, sempre meno divertente e sempre più sferzante e deprimente, 4 persone che hanno liberato il loro lato più selvaggio e spontaneo, niente più coppie, rapporti o alleanze ne tanto meno quella "farsa buonista che ormai è andata a pùttane" per citare il personaggio della Winslet. Amarissimo e scritto, diretto e recitato ottimamente, tutto (o quasi) gestito alla perfezione dalla sceneggiatura e dalla regia, bello il ritmo, ottima la gestione degli attori, curatissimo il set dell'appartamento e bella la fotografia. Il finale ? Non perfetto ma certamente ironico e beffardo in puro stile Polanski.

Gli attori ? Sempre un piacere vedere quattro così.

La coppia meno convincente è quella formata dalla Foster e da Reilly ma è questione di dettagli: Jodie Foster offre una buonissima interpretazione ma verso il finale forse esce fin troppo dalle righe anche per un film così e un paio di volte è irritante ma sulla prova complessiva nulla da dire; forse pesa anche un po' il fatto che, appunto, è la Foster e di prove eccezionali ne ha fatte parecchie quindi da lei ci si aspetta sempre qualcosa di GROSSO, se poi a dirigerla c'è Polanski... Il uo personaggio,è forse il più irritante di tutti, l'unico che resta ancorato alla sua falsità e alle sue ipocrisie riuscendo contemporaneamente a dimostrare di essere ben altro ogni minuto che passa, nel tratteggiarlo la Foster è stata senza dubbio convincente.

John C. Reilly fa un ottimo lavoro, la sua "pecca" se così vogliamo chiamarla è quella di non essere un fuoriclasse, resta però un bravissimo caratterista qui impegnato in un ruolo più centrale e se la cava molto bene, forse meglio lui che la Foster per quanto mi riguarda; molto bravo, anche nel passare con naturalezza le fasi del suo personaggio, dal più conciliante di tutti al menefreghista figlio di pùttana, ignorante, mediocre e fiero di esserlo.

La coppia doppia W invece è perfetta.

Kate Winslet è una delle più abili e talentuose attrici dal '00 ad oggi (con tutto che buone prove le aveva mostrate anche negli anni '90), maturata molto nel corso degli anni difficilmente sbaglia un'interpretazione e qui non si smentisce; bravissima, soprattutto nella prima metà del film è impressionante. Verso le fine va fuori dalle righe anche lei ma senza eccedere come la Foster e senza mai diventare irritante, inoltre si prende più volte la scena ed è anche protagonista di un paio delle scene più esilaranti del film. Presenza trascinante e carismatica, attrice bravissima. Naturalissima quando deve mostrare la vera natura del suo personaggio.

Christoph Waltz è un mostro di carisma e talento e tra tutti è nettamente quello più a suo agio nello stile teatrale e scenico del film. Il suo personaggio è senza dubbio quello più coerente e meno falso tra tutti, fin dall'inizio ed esclusa la sequenza del telefono nell'acqua e i minuti successivi, non subisce particolari mutazioni o sconvolgimenti, è un figlio di pùttana tronfio, di successo e menefreghista fin dall'inizio. Ironico, sarcastico e tagliente come non mai Waltz è meraviglioso nell'infiammare contrasti e incrinare certezze mantenendo sempre quel ghigno mefitico semplicemente irresistibile, lui è il volto del più fedele adepto del dio del massacro ("Penelope" dice alla Foster ad un certo punto, "Io credo nel Dio del Massacro"), uomo di successo completamente assorbito dal suo lavoro, privo di empatia per necessità e probabilmente anche per propria scelta. A mio avviso dei 4 Waltz è il migliore e vi dirò di più fino ad ora per me questa è la sua migliore interpretazione, meglio che nei film con Tarantino si perché è qui, con Polanski alla regia e con una piece teatrale alle spalle che Waltz ritrova il suo ambiente primario ed è assolutamente perfetto.

Un gioiello imperdibile della Black-Comedy, l'ennesimo grande film di Roman Polanski, una splendida critica all'ipocrisia globale e non solo americana (d'altronde il film è ambientato si a New York ma per le note complicazioni legali di Polanski è stato girato per mezza europa). Bellissimo.

Nota: il criceto Cùletto è il personaggio del 2011.