kowalsky 7 / 10 06/09/2011 23:47:50 » Rispondi Ammiro molto il fatto che Cronenberg abbia voluto raccontare gli eventi senza espanderli nelle spire del romanzesco, come ha fatto il sottovalutato "Prendimi l'anima" di Faenza, adottando per questo le didascalìe finali pur di non inflazionare la storia. Amo anche questa nuova visione della Parola, capace di costituire un'umanesimo in un mondo scientifico concentrato tra le pieghe della carne, più che della mente. Il film in questo senso è finissimo, ma è come se la recitazione, che non ho apprezzato particolarmente, finisca per impennarsi nel rigore un pochetto stantìo di un certo cinema del passato. A un certo punto non si sa bene se ci troviamo di fronte al rapporto discusso tra due cervelli della psicanalisi o una relazione tormentata con robuste iniezioni di Arthur Schnitzler ("Fuga nelle tenebre" in particolare). Se fosse la seconda ipotesi, il film sarebbe squisito, nè più nè meno. Invece sono giorni che, indeciso tra passo falso e capolavoro. sono più che mai combattuto. Non è questo il Cronenberg che mi aspetto, non così "classico" e vagamente "professionale". Forse non ha torto chi insinua una barriera labile tra i confini del suo (vecchio) cinema e una contemporaneità che non ha più tempo per stupirsi (di lui)
kubrickforever 02/10/2011 12:48:07 » Rispondi concordo, da Cronenberg non mi aspettavo neanche io un film così classico.
Beefheart 20/10/2011 16:09:15 » Rispondi Beh, visti gli ultimi due era invece prevedibile. Mi aspetto che il prossimo lo sia ancora di più. Ciao ciao