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A DANGEROUS METHOD regia di David Cronenberg

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frine     6½ / 10  30/10/2011 02:31:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il film non mi ha convinta e cerco di spiegare perché.
Da un lato, l'ambientazione storica è ineccepibile, curatissima...e i luoghi sono veramente belli.
Se però vogliamo entrare nel merito, l'interpretazione del pensiero di Freud e Jung è DAVVERO troppo semplicistica. Jung arrivò al concetto di 'inconscio collettivo' attraverso lunghi studi che coinvolsero anche importanti studiosi dell'antichità, come Karl Kerényi...non si trattava solo di 'misticismo', ma di accurata e approfondita ricerca storica.
Che poi Freud metta in guardia Sabine contro gli 'ariani', mi sembra un po' strano....dal punto di vista di un ebreo radicale, un cristiano è detto "goy". "Ariano" è un termine erroneo e fuorviante, coniato in ambiente antisemita e poi, ahimè, nazista.
Sulla passività di Emma ci sarebbe da discutere.
Recitazione: purtroppo non mi è piaciuto nessuno, a part Cassel nel ruolo che gli si addice (trasgressivo e folle). Mortensen (Freud) è monoespressivo e ci può stare, la Knightley nella prima parte sfiora il ridicolo (e non ci può stare), Fassbender è zeroespressivo e purtroppo sembra imitare il Dirk Bogarde di "Morte a Venezia", il che non va bene.
In conclusione, e a mio modestissimo parere, un film di mediocre levatura, che delude i fan di Cronenberg (sottoscritta inclusa).
CHIVALEVOLA  04/11/2011 16:25:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dimenticavo... anche il personaggio rappresentato dalla Knightley (la cui espressività effettivamente un po' marcata, a me non è per nulla dispiaciuta), trovo che rappresenti in modo fantastico quanto possa essere patologico e perverso (qualunque interpretazione si voglia dare dei termini) ogni essere umano. Anche quello che ci osserva con indosso un camice bianco ed un fonendoscopio al collo.
Dai... non credi anche tu che iniziare a visualizzare i nostri "modelli" seduti sulla tazza del cesso... sia un buon inizio per riuscire a dare il giusto valore a cose, persone e "verità"?
CHIVALEVOLA  04/11/2011 16:13:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ti dirò, io trovo che le figure di Freu e Jung, nel film, ricevano quello che, a mio giudizio, meritano.
Il primo risalta come un astuto tiranno che pretende di imporre la propria "creatura teorica" allegorica e autoreferenziale.
Il secondo è mostrato come un umanissimo e "debole" professionista dedito a considerare aspetti conoscitivi "oggettivamente antiscientifici" e capace, però, di non farsi preda di arroganze e autocelebrazioni come rimprovera al suo "maestro".
E questa versine dei personaggi, secondo me, fa molto bene al potenziale di efficacia critica che dovrebbe essere esercitato da chiunque e, nella fattispecie, da chi si interessi di psicanalisi e dei suoi GURU.
Trovo che, a proposito di PSICANALISI, sarebbe veramente bello che se ne inizi a parlare come di una dimensione in cui, chi se ne arroga il diritto di monopolio, altro non è che un presuntuoso e/o malafedoso "bigotto" che ha fatta propria o utilizza strumentalmente una ridicola teoria della mente.