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A DANGEROUS METHOD regia di David Cronenberg

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elio91     6½ / 10  09/06/2012 11:59:29Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A differenza di molti ritengo il nuovo periodo di Cronenberg (per intenderci, dopo Existenz, da A History of violence in poi) non solo molto interessante ma di altissimo livello.
Fatico a capire come mai A History of Violence e Eastern Promises siano stati trattati con troppa superficialità, quando credo siano due film stupendi.
Ho visto anche Cosmopolis, di clamorosa bellezza nonché suo esperimento più controverso dai tempi di Crash, destinato a dividere per molto tempo a venire tra detrattori accaniti ed estimatori entusiasti. Innegabile la forza, l'estremismo di queste opere che piacciano o meno.
Tutto ciò per dire che A Dangerous Method capita giusto in mezzo, ma è il più fiacco Cronenberg da tempo a questa parte. Anzi, probabilmente tra i suoi peggiori lavori pur essendo pieno di ottimi spunti.

I primi 45 minuti in verità mi erano piaciuti moltissimo, cosi come le interpretazioni della Knightley e di Fassbender, nonché dell'ormai feticcio Mortensen (che sta esprimendo il massimo con il canadese dimostrando di essere un attore di altissimo livello).
Sapendo che i dialoghi e la parola, cosi come per Cosmopolis, erano predominanti rispetto a tutto il resto mi sono adagiato su chissà quali preconcetti, credendo di vedere un film radicale quanto la sua ultima fatica.
In realtà non è stato cosi. La Parola ormai è la nuova ossessione attraverso cui Cronenberg filtra le sue altre ossessioni (bisogna dirle per forza? Carne, Sesso, Desiderio inespresso). Non so fino a quando continuerà cosi, spero per poco.
Perché se è vero che Cosmopolis ha dalla sua un'angoscia crescente, costruita proprio attraverso dialoghi spersonalizzanti e grotteschi ai limiti del tecnicismo, con l'azione sullo sfondo che ha brusche impennate improvvise per poi essere nuovamente sotterrata dalle parole, A Dangerous Method invece non ha la stessa forma. Per svariati motivi, il suo essere un lavoro teatrale lo si nota velocemente, più o meno quando fiaccamente intorno a metà film tutto il film comincia a perdere mordente, per finire nell'anonimato più assoluto. Non c'è pathos, non c'è angoscia se non nelle iniziali parole di una Spielrein nevrotica e "fastidiosa". Forse tutto ciò a un certo punto è voluto: Cronenberg fa si che i desideri carnali e relazionali dei personaggi siano castrati costantemente (al di là di sculacciate varie).
In Cosmopolis il dialogo implode in sé stesso come tutta la struttura del film. In A Dangerous Method finisce per perdersi, sfilacciarsi ed infiacchirsi in una passività abbastanza deleteria. Ripeto, ciò sarà voluto. Ma in questo caso Cronenberg ha sbagliato approccio a mio parere. La noia, nella seconda metà del film, regna sovrana. Ed è un peccato, perché tanti suggerimenti di grande interesse ci sono ma si perdono.

Confermo comunque che questo film, non brutto ma lontano dalle vette di Cronenberg, è tra i suoi minori. Fortunatamente è un caso isolato, inserito com'è tra altre opere destinate a dividere per tanti anni ancora.
Ecco perché A Dangerous Method è poco riuscito: non ha la forza radicale dirompente delle ultime pellicole del canadese. Più che dividere è destinato ad essere assorbito con fin troppa passività molle. Ma gliela perdoniamo, gli perdoniamo tutto.