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ANOTHER EARTH regia di Mike Cahill

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amterme63     8 / 10  11/12/2014 22:14:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Altro film che ci dà uno spaccato triste e problematico del nostro modo di vivere attuale. Rhoda, la protagonista, rappresenta i giovani (americani) "orfani" di certezze, valori, comunicazione con se stessi e con il mondo. Esce fin troppo presto da una adolescenza inconsapevole per "cozzare" (in tutti sensi) con la durezza del mondo, la mancanza di senso della vita, la difficoltà estrema di rapportarsi con gli altri, di realizzare le proprie aspirazioni.
Questa dissociazione da se stessi e dal mondo in cui si vive è resa metaforicamente e fisicamente da un doppio della Terra, che appare all'improvviso nel cielo e che diventa sempre più visibile e presente. E' il nostro doppio, siamo noi ma siamo altri, forse quello che avremmo potuto essere e non ci siamo riusciti, senz'altro un'altra occasione per avere una nuova vita. Infatti è così tanto nei protagonisti del film il desiderio di fuggire, di scappare dal grigiore, dalla monotonia.
Grigiore, monotonia: ecco le parole chiave del film insieme a dissociazione ed estraneità. A livello visivo e stilistico si cerca di esprimere questi concetti con una tavolozza di colori freddi e spenti, con ambientazioni anonime, per lo più invernali o notturne. Lo svolgimento narrativo segue il modello tipo "nouvelle vague", cioè non si rappresentano fatti o azioni, ma stati d'animo. Si ha quindi un montaggio di spezzoni di vita a volte slegati fra di loro, con scarso legame di tempo o azione. Le ellissi abbondano. La mdp si agita nervosa addosso alle persone e alle cose, suggerendo instabilità, insoddisfazione e irrequietezza.
Oltre alla profonda crisi esistenziale moderna, il film affronta anche il tema del superamento del dolore e dell'esigenza del perdono (imprese difficili, spesso imperfette o irrisolte). Ci sono scene molto belle in proposito.
Come è usuale nei film tipo nouvelle vague, non c'è un finale definito o a lieto fine, ma l'idea che la vita è assolutamente imperfetta e sempre in mutazione, senza alcuna certezza o appiglio sicuro a cui aggrapparsi. Si cerca vanamente la felicità, la fuga dalla solitudine senza poterci mai riuscire.