caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

TOMBOY (2011) regia di Céline Sciamma

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
Invia una mail all'autore del commento pompiere     7½ / 10  11/10/2011 15:46:45Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La famiglia di Laure (Zoé Héran) cambia spesso abitazione. Il padre ha un lavoro nomade, che lo obbliga a trasferimenti e a trascorrere gran parte della giornata lontano dalle sue donne care. La nuova casa è il luogo di una tappa fondamentale: la madre è incinta per la terza volta, la sorella più piccola è molto affezionata a quella più grande, Laure appunto. Fattezze e aspirazioni da maschietto, quest'ultima non esita a presentarsi ai nuovi amici (quelli che lei pensa di dover "attraversare" come ha fatto fin'ora) come un bambino di nome Mikaël. Ma a quest'età, le differenze sessuali cominciano a essere spietate. E corrono il rischio di essere individuate…

La 31-enne Céline Sciamma dirige un film abbastanza curioso, incorniciando la vicenda con riprese che per più di metà tempo hanno un taglio pressoché realista (vedi l'uso della macchina a mano). Non perde di vista il garbo e la discrezione di certi svaghi della tarda infanzia e prima adolescenza, basilari nella formazione della personalità. Ne risulta un puro cinema francese d'autore, fatto di pochi dialoghi, che getta le fondamenta per una storia semplice e clandestina rivelante l'inconscio e la parvenza. Oltre alla verosimiglianza degli atteggiamenti messi in bella mostra da Zoé Héran, a colpire maggiormente sono la genuinità del portamento della sorellina Jeanne (Malonn Lévana).

Nonostante i premi ricevuti a Berlino e Torino, il "maschiaccio" del titolo non convince appieno nell'ultimissima parte. Il comportamento dominante di uno dei "grandi" in particolare è irresponsabile e pericoloso, perché scavalca il confronto diretto con la bambina protagonista, dando voce a una mortificazione insostenibile. Questa mancanza di riguardo sorprende in un film dove tutto è lieve e inciso finemente. Sarebbe stato accettabile se l'azione, di per se', avesse condotto a un approfondimento drammatico, a una parentesi confidenziale, che evidentemente in quella famiglia esiste per tutto tranne che per la sessualità.

Gli unici a dare un senso al vento, alla solidarietà, all'importanza delle differenze, al gioco come momento di costruzione, di creazione che va al di là di una semplice prova di forza o abilità, coloro i quali resistono alle gelide acque dell'imperturbabilità, sono i bambini. Il mondo verrà salvato dalle quinte elementari. Le prove tecniche di guida sono già iniziate; loro sapranno benissimo da quale parte andare.