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PARANORMAL ACTIVITY 3 regia di Henry Joost, Ariel Schulman

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Zero00     5 / 10  01/11/2011 14:49:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se il primo Paranormal Activity, pur non essendo un capolavoro, aveva avuto in se qualcosa di apprezzabile e era riuscito a procurare davvero spaventi improvvisi e angosce notturne, il sequel (o meglio, prequel) a cui ha dato vita un anno fa era stato campione di sbadigli, con una prima ora in cui non succedeva assolutamente nulla e gli ultimi venti minuti di risate incontrollate. Il film era andato a spiegare alcuni sottotesti del suo predecessore, cercando di far conoscere allo spettatore avvenimenti rimasti taciuti e dando comunque un seguito al finale aperto dell'originale. Quest'anno ad essere uscito al cinema, invece, è stato il terzo episodio della serie, Paranormal Activity 3, il prequel del prequel. Sì, perchè questo ulteriore tassello all'inutile mosaico è ambientato a fine anni 80 ed ha come protagoniste le protagoniste dei due precedenti episodi, Katie e Kristi, due sorelle che già da piccole erano state infastidite dal simpatico demone che qui ha perfino un nome (Tobi). Toccherà questa volta alla loro mamma e al suo compagno fronteggiare eventi soprannaturali nella loro casa nuova di zecca.
C'è da dirlo subito, il format è sempre lo stesso: videocamere piantate in ogni stanza dell'appartamento, che dovrebbero filmare eventuali eventi paranormali per poterne poi chiarire origine e entità. I coniugi prima ci litigano sopra, poi si cagano sotto, in fine piantano baracca e burattini e scappano via. Ma la cosa non funziona quasi mai. Altra cosa da dire subito è che questo terzo Attività Paranormali è di certo superiore all'orribile secondo, mette in scena due scelte interessanti (la telecamera sul ventilatore e il finale alla Blair Witch Project) e da ulteriori spiegazioni agli avvenimenti dei due primi film.
Questo però non basta, perchè il tutto viene forzato, le scene si ripetono e quello che dovrebbe far paura non fa più paura. Ci si aspetta che accada qualcosa e qualcosa accade (nonostante i due registi, Ariel Schulman e Henry Joost, giochino con gli spaventi, quasi parodiandoli). A salvare dal baratro questa pellicola ci pensano gli ultimi 10 minuti, i più interessanti e la vera novità del franchising, ma alla fin fine ci si chiede cosa si sia visto, ancora, e perchè non si abbia imparato dagli errori fatti in passato. Il problema fondamentale è che questi Paranormal Activity non sono cinema. Su questo non credo ci sia nulla da discutere, perchè andare al cinema (o prendere il dvd) di uno di questi prodotti è come entrare al luna park nella casa dell'orrore: è tutto un gioco, lo spavento è pilotato e sciocco, si cerca l'emozione forte sapendo che non sarà poi così forte. E il bello è che non c'è fantasia, non c'è ingegno e quando si esce dal luna park si ha solo voglia di andare a farsi una birra. Se volete un horror guardate altro, se volete un giocattolino con cui provare a spaventarvi provate pure, ma non esiste il soddisfatti o rimborsati.