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LE AVVENTURE DI TINTIN: IL SEGRETO DELL'UNICORNO regia di Steven Spielberg

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Nemo73     8 / 10  30/10/2011 06:24:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Comincio subito col dire che non ho mai letto il fumetto del belga Hergè da cui è tratto questo film d'animazione digitale. D'altro canto però, non ne sono del tutto all'oscuro visto che vedevo il cartone animato quand'ero ragazzino e che fu trasmesso sulle reti Rai negli anni '80. Quindi conosco abbastanza bene il giovane giornalista-avventuriero Tintin, il suo simpatico cane, il buffo duo dei gemelli poliziotti e il capitano che lo seguirà in numerose avventure. Il cartone animato citato in precedenza, mi piaceva abbastanza con il suo misto di avventura (in stile Indiana Jones) e il suo lieve mistero esotico (in stile Corto Maltese). Qui, a essere onesti, avrei gradito molto di più se questa storia venisse raccontata con attori in carne e ossa piuttosto che con la tecnica digitale, anche se ciò, date le numerose ambientazioni e il numero elevato di comparse ed effetti speciali di ogni tipo, avrebbe fatto lievitare i costi non di poco...

Dopo questa doverosa digressione, posso dire che il film visto al cinema (non in 3D!) nella giornata di ieri, mi è piaciuto, anche se non è totalmente esente da vari difetti. La mano di Spielberg, che qui ha avuto modo di sperimentare per la prima volta in prima persona, le tecniche moderne d'animazione digitale, si vede in ogni più piccola parte, in ogni più piccolo particolare e in ogni inquadratura e in molte autocitazioni. Tra queste si va dai simpatici, ma non originali, titoli di testa, che ricordano molto quelli visti in un suo film (Prova a prendermi), fino a un inseguimento a bordo di un sidecar che ricorda molto quello visto nel terzo capitolo della serie Indiana Jones. Ma sono sicuro che ce ne sono molti altri di questi esempi, che magari, in una sola visione, non sono riuscito a cogliere. Ed è proprio alle avventure di Indiana Jones, più che al fumetto originale di Hergè, che sembra attingere di più il pluripremiato regista americano. Tanto che, a colui che non ha mai sentito parlare prima di Tintin, sembra quasi di assistere ad un quinto capitolo della saga dell'archeologo più celebre della storia del cinema. In questo film Spielberg, esplora estremi virtuosismi con le macchine da presa virtuali che gli sarebbero quasi impossibile da compiere con quelle reali. La sua mano esperta e ferma a volte sembra quasi esagerare, ma la sua sperimentalizzazione e il suo esplorare nuove tecniche, lo porta a vincere (a parer mio) la sua personale scommessa, a pieni voti! Tecnicamente il film, è di quanto più sublime ed eccelso che si sia visto finora in un opera digitale. Sorprendente la palette cromatica dei colori e assolutamente incredibili gli effetti di luce e quelli particellari, dai numerosi effetti di fumo, alla nebbia, agli aloni di luce del sole a picco fino ai riflessi pressochè perfetti, per arrivare ai visi dei personaggi con dei dettagli (merito delle sempre più avanzate tecniche di cattura digitale con videocamere a 360° sui volti degli attori reali) sempre piene di sfumature di ogni genere. A parte le espressioni sempre adeguate in ogni occasione (qui un plauso agli attori, soprattutto a Andy Serkys) che hanno dato vera vita alle controparti virtuali, da ammirare anche i più piccoli particolari, come lo sbattito di ciglia e ogni singolo capello che fluttua alla minima variazione di vento. Grazie agli effetti descritti in precedenza e a delle texture molto ricche di particolari, molti scorci sembrano quasi delle fotografie.

Sebbene il ritmo generale sia molto frenetico e non ci si annoia di certo, la prima parte risulta in generale un pò più lenta della seconda, dove le scene d'azione la fanno da padrone in lungo e in largo. Tra queste è doveroso citare assolutamente quella che mi è sicuramente piaciuta di più, quella ambientata in una città dalla foggia arabesca, con un inseguimento mozzafiato e che mostra tutto il meglio della tecnica digitale del film e della mano altamente virtuosa e (lo so, mi ripeto) sperimentale, del regista. Per finire, l'unico lato tecnico che mi ha convinto poco, è l'accompagnamento musicale del maestro John Williams. Sarà forse per la meraviglia delle immagini che ho visto e per l'alto ritmo delle scene, ma all'uscita del cinema, non mi ricordo nessun motivo, nessuna canzone e nessuna musica in particolare...forse è quella la giustificazione, non so...o forse il grande Williams non si è sentito troppo coinvolto e ha creato delle musiche un pò troppo anonime. Il giudizio finale in merito solo dopo una seconda visione.

Ho detto che il film non è esente da difetti...sebbene la storia sia piuttosto originale e il succedersi degli eventi incalzanti, a tratti il film annoia un pò. Sembra un controsenso, dato ciò che ho scritto in precedenza; ma ciò è dovuto alla caratterizzazione non troppo (ahimè) riuscita, dei personaggi. A parte il simpatico capitano Haddock, che solo da ubriaco riesce ad essere fondamentale nella storia, mentre da sobrio sembra un ameba incapace di qualsiasi azione degna di nota e al cane Milou, vera anima esplorativa di quest'opera (senza di lui probabilmente il protagonista non sarebbe riuscito a muovere tutti i passi necessari), il resto del cast virtuale è veramente anonimo. Purtroppo Tintin è solo l'ombra del personaggio che ricordo del cartone animato e del fumetto (che comunque conosco a grandi linee) e a tratti risulta quasi irritante. I fratelli poliziotti, sebbene simpatici, compaiono troppo poco per incidere davvero. Il cattivo di turno sembra troppo ingenuo per impensierire sul serio e i vari comprimari sono davvero dei meri mimi di se stessi. Sebbene l'opera sembri destinata alle famiglie e ai bambini, devo dire che in realtà non lo giudico per niente in questo modo. Anzi, sono sicuro che piacerà di più agli adulti che, come me, sapranno cogliere le varie citazioni che Spielberg ha disseminato qua e là e potranno apprezzare il tutto al meglio e si sentiranno trascinati da una storia d'avventura d'altri tempi. Tanto per fare un esempio...al cinema c'erano ovviamente molti bambini. Tra questi, un fratellino e una sorellina che sedevano alla mia sinistra, alla fine del primo tempo...dormivano! E li ho "sorpresi" allo stesso modo anche alla fine del film. Detto questo...

Il finale risulta aperto, come va tanto di moda in molti film degli ultimi anni. Ma almeno qua un senso c'è, dato che è stato già annunciato da tempo che, in base al successo commerciale di questo film (che non penso tarderà ad arrivare), ne verranno fatti altri due per fare quindi (ma guarda un pò...) una trilogia dell'opera prolifica di Hergè.