somberlain 9 / 10 05/02/2012 16:47:29 » Rispondi Un gioiello di film, che racconta come mai ho visto prima la solitudine di un uomo, Brandon, affascinante trentenne newyorkese benestante, ossessionato dal sesso compulsivo e anaffettivo, che da mezzo di piacere diventa mezzo di sfogo per la propria frustrazione personale.
Ossessione che diventa problematica solamente quando la sorella Sissy piomba in casa sua e nella sua vita, diventando lo specchio dei suoi problemi e disagi (e qui è formidabile, dal punto di vista della fotografia, la scena del primo incontro tra i due, dove il riflesso di lei, nuda in bagno, appare come se Brandon si stesse specchiando).
Steve McQueen realizza un'opera di una bellezza micidiale, dominata da nudi integrali e scene di sesso comunque mai esplicite, funzionali nel descrivere la difficile malattia del protagonista, malattia che lo porta ad alienarsi da qualsiasi altro interesse e contatto umano, a vivere una vita piatta all'insegna della routine quotidiana fatta di masturbazione e prostitute, contornato da una città in cui tutti si incontrano ma nessuno si conosce veramente, New York (e qui secondo me molto bella la scena in cui
Si vede la facciata a vetrate di un palazzo in cui una coppia sta trombando, mentre nelle altre stanze altri inquilini, ignari, vivono la propria vita come se nulla fosse).
Brandon non riesce a soddisfare la donna che ama (la collega di colore). Entrato in una crisi esistenziale, culminata con la rissa fuori dal bar e con le esperienze omosex al night, capisce che deve riscattare un'esistenza altrimenti destinata a finire come quella della sorella.
Il finale, che richiama l'inizio del film, è da brividi, e lascia a intendere che ci sia stata una crescita e un cambiamento nel protagonista, ora capace di reprimere i propri impulsi, ma che, d'altra parte, un cambiamento analogo ma totalmente opposto ci sia stato anche nella ragazza del metrò, ora non più restia come all'inizio.
Dal punto di vista tecnico il film scorre bene, si hanno parecchi momenti lenti ma questi sono veramente poetici e d'impatto, musiche dosate efficacemente, attori straordinari, fotografia sublime.
Un film che consiglio, ma capisco non possa piacere a tutti.
ScemoChiLegge 25/02/2012 19:40:02 » Rispondi Commento molto efficace, complimenti! Non ho capito bene la tua lettura del finale...
somberlain 28/02/2012 23:03:34 » Rispondi Grazie! Provo a spiegarmi meglio.
All'inizio del film si vede il protagonista che seduce, attraverso un gioco di sguardi, una ragazza nel metrò. Il gioco, apparentemente innocente e normale, è il primo segnale che il regista ci pone sulla condizione patologica del protagonista. Dall'altra parte la ragazza, nonostante la civetteria, è capace di controllare i suoi impulsi e rimanere fedele al marito (bella l'immagine della sua mano con l'anello che impugna il palo del metrò, chiaro richiamo sessuale), privandosi tuttavia così di una nuova esperienza.
Alla fine si ripete la stessa scena e si nota come i due siano cambiati in modo analogo ma totalmente contrapposto. Lui capace di non farsi sopraffare dai propri impulsi. Lei capace di non farsi sopraffare dalle proprie paure e libera di godersi nuove occasioni. L'equilibrio stà nel mezzo.