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SHAME regia di Steve McQueen

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Invia una mail all'autore del commento Weltanschauung     8½ / 10  05/11/2012 11:47:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Steve McQueen è uno dei pochi registi contemporanei in grado di fare cinema di livello, in tempi in cui questi è solamente(ma in fin dei conti lo è sempre stato) ordinarietà, sociale, inganno e mistificazione.
Il regista inglese utilizza la settima arte per descrivere come può le condizioni dell'uomo contemporaneo e per far ciò va a pescare palesemente a livello filmico da Robert Bresson e da Jean Vigo, mentre su un piano letterario i riferimenti sono Camus, Miller ed il più recente Houellebecq.
L'attore di cui si avvale è uno straordinario M.Fassbender, strepitoso nell'immedesazione criptica nei personaggi che interpreta.

Shame è il suo secondo film, trattasi di una pellicola minimalista, che pone un'enorme attenzione sulla fenomenolgia dei gesti e dei dettagli, evitando la solita banale introspezione guidata dal soggetto artistico.
La trama vede come protagonista un uomo metropolitano ordinario di bell'aspetto, con un buon lavoro ed un appartamento. Egli è completamente assuefatto dal sistema produci-consuma-riproduciti e crepa, ed incapace di provare sentimenti autentici si ritova a vivere la sua triste routine quotidiana tra ufficio e casa, davanti a un pc, in balia degli impulsi sessuali che il sistema gli propina in una veste completamente deviata. L'arrivo della sorella nel suo appartamento renderà la sua anaffettività e le sue problematiche ancora più evidenti...

Brandon ad inizio film, si trova sulla metropolitana e cosa vede? Una donna truccata, curata ed ammiccante che se esaminata lucidamente mostra come l'uomo e i rapporti con l'uomo siano la sua unica e vera preoccupazione, tanto più palese, per quanto mascherata da ogni specie di limitazione borghese.
Ma laddove un tempo questo atteggiameno induceva in tentazione, oggi induce ad omologazione. La donna risulta completamente inerme di fronte alla sua necessità biologica e colora il tutto sotto le vesti di un libertinaggio bizzarro che maschera in fondo l'incapacità di uscire delle pressioni sociali del tempo che la inducono a "metter su famiglia".

Brandon internamente è in balia di pulsioni compulsive, sua sorella ancora peggio, essi ripetono in maniera meccanica, azioni e pratiche vacue che conducono soltanto all'autodistruzione.
Ecco che Mc Queen, consapevolmente o no (non è importante), tocca il punto centrale dei problemi dell'umanità contemporanea, la concezione del sesso.
Il sesso è la causa principale della schiavitù su questo pianeta.
Le religioni hanno sempre tentato, spesso riuscendoci, di reprimere la sessualità.
Ed ecco che paradossalmente, propio coloro che si sono arrogati la funzione di canalizzatori verso il divino, hanno reso immondizia e degradato la funzione sessuale. D'altronde pornografia, perversioni, violenze sessuali, pedofilia ed omosessualità non sono altro che re-azioni a questo stato di cose. La sessuofobia propinata da costoro non ha fatto altro che snaturare la sacralità del sesso, rendendolo un mero strumento ludico.
L'uomo moderno viene tenuto in scacco da una funzione snaturata della sessualità, sorgono siti porno a iosa, input sessuali in ogni dove, e tutto finisce nel calderone del "sesso mentale", negli abusi, negli eccessi, che fanno si che si espandano a macchia d'olio depravazioni e disallinamenti interiori.

Le conseguenze di ciò sono evidenti a tutti coloro che hanno ancora occhi per vedere, un'umanità con un livello coscienziale ai minimi storici.

Shame mostra quel che accade quando il corpo viene usato come strumento sessuale collegato al mentale, distorce la realtà, isola, aliena, annebbia e rende le persone egoiste e prive di amor proprio e amore per il prossimo.
Il protagonista una volta entrato in quest'ottica fatica a comprendere come fare l'amore con una donna "normale", come costuirsi una compagna di vita reale con cui condividere l'esistenza utilizzando il sesso in maniera naturale.

Il sesso che l'umanità, in termini di massa conosce è schiavitù, ci si rilassa da una tensione che la natura stessa ha generato per i suoi scopi, scopi che però il moderno ignora beatamente.
Il sesso come possibilità di ascensione, come atto sacro e trascendentale è nella modernità già stato squalificato da secoli, l'uomo ne ha fatto un mero mezzuccio di piacere, ignorando le funzioni reali del seme divino in grado di "trasformare" il proprio essere.
Infelice non può che essere colui che usa la funzione riproduttiva in un solo modo, e Brandon è uno di questi, i suoi eccessi lo conducono inevitabilmente nella pervesione che tocca il suo apice nella scena del locale omosessuale.

L'esperienza sessuale al di là della fisiologia e dell'istinto di riproduzione non viene più concepita, e così metropoli buie e degradate non fanno altro che "scaricare" gli essere umani di quella energia vitale che permetterebbe loro di ascendere, mettendogli sul piatto il ludismo amoroso in ogni forma possibile, spronando l'umanoide all'immaginazione e allo psichismo inferiore.

Statuario e incredibile Fassbender, la sua è una straordinaria interpetazione, un mix di rigidità emotiva e sofferenza, egli si rintana nei bassifondi della città ed attraverso un crescendo di sesso e dolore osserva come gli atti si consumano e come l'uomo ceda definitivamente alle debolezze della carne. Sodoma e Gomorra.

Lo stile di McQueen e la sua potenza visiva sono capaci di mostrare tutto ciò, senza moraleggiare, indicare soluzioni o interpretare con le solite buffe voci fuori campo.

La scena finale è indicativa, si riparte dal principio, ora tocca a Brandon, ma la sua scelta non ci viene mostrata.
Una volta sperimentata la fonte primaria del supplizio, egli potrà continuare ad inseguire la macchina biologica e le sue funzioni snaturate, o decidere se svoltare definitivamente verso altri lidi.