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SHAME regia di Steve McQueen

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amterme63     6 / 10  20/11/2012 23:41:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Secondo me McQueen ha fallito nel suo intento o almeno non è riuscito a mettere tutta la forza espressiva necessaria per rappresentare al meglio lo stato di alienazione sociale ed esistenziale, dovuta alla dipendenza/ossesione da sesso.
Questa intenzione è espressa in maniera netta e chiara dallo svolgimento della vicenda (la scarnissima e fin troppo nuda sceneggiatura), ma ci si ferma lì, alla nuda superficie. In altre parole il personaggio di Brendon è solo personaggio, viene percepito solo come impersonificazione di un vizio, di un atteggiamento ben definito di natura quasi patologica, e non come persona più complessa, con più sfaccettature, inserita in un preciso contesto ideale e sociale. Quello che manca è un uso più fantasioso e artistico della macchina da presa. Ci si limita solo a creare intorno al personaggio un ambiente anonimo, straniante, per lo più buio e dai colori smorti e freddi (guarda caso la storia è ambientata in inverno) e a sottofondare le scene con musica drammatica e depressiva. Ma poi la mdp resta fin troppo statica, limitandosi a seguire a breve distanza il protagonista; non svaria il punto di ripresa, non alterna i campi, non contrappone, non si appella al gusto estetico e alle risorse metaforiche che hanno le immagini. Insomma le immagini sono fin troppo piatte, non si va oltre la superficie. Ne risente anche la resa del personaggio di Brendon, del quale sappiamo tutti i comportamenti ma mai le ragioni, anche perché la sceneggiatura e la mdp non ci aiutano a sondarle; solo qualche inquadratura in cui Brendon durante un rapporto sessuale mostra dolore e disperazione invece di provare estasi e godimento: troppo poco e troppo esteriore.
Non aiuta nemmeno la decisione dello sceneggiatore di mostrare anche le parti insignificanti e i tempi morti della storia. L'intenzione è quella di ritrarre la vita di Brendon come affogata nella routine e nella noia, ma con il risultato di trasmettere quella stessa noia anche allo spettattore un po' spazientito, più che colpito da quello che vede. Anche qui contribuisce in negativo purtroppo la staticità e la piattezza della tecnica di ripresa.
Pure il personaggio della sorella è ritratto in maniera piuttosto superficiale e fin troppo caratterizzata.
La ripetitività e la scarsa progressione delle scene e della storia non aiutano né a empatizzare, né a osservare in maniera distaccata. Rimangono le scene di sesso e di nudo del protagonista, ma anche qui sorge quasi il sospetto che si volesse più stuzzicare la libido della spettatore, più che rappresentare quella del protagonista. Non so, è stata una mia impressione, posso anche sbagliare.
Non basta la professionale e impeccabile recitazione di Fassbender per sollevare oltre la sufficienza le sorti del film. Rimane quindi un film fondamentalmente noioso, poco fantasioso, che riesce sì a rappresentare materialmente uno stato di patologica dipendenza dal sesso, ma più in là non va.